Conclude positivamente il weekend argentino, Danilo Petrucci, che sul circuito poco “amico” di Rio Hondo riesce a limitare i danni, dopo i problemi in qualifica, con un 10° posto. Non un risultato eclatante ma significativo, al termine di una gara assurda – per usare un eufemismo.
Le stranezza sono cominciate ancor prima della partenza partenza, quando Danilo – vedendo che la pista, prima bagnata, si asciugava – è rientrato prematuramente ai box per montare gomme lisce, insieme a tutti gli altri piloti. Tutti tranne Jack Miller (compagno del ternano nel team Pramac), che con questo azzardo ha potuto beneficiare di un ulteriore vantaggio allo start – gli altri sono stati costretti a partire dal fondo, diversi metri dietro l’australiano. Al via, comunque, Petrux (che scattava 18°) ha cominciato una lenta ma costante rimonta, arrivando a lottare nel finale con Rabat, Iannone e Syahrin per l’8° piazza. Alla bandiera a scacchi purtroppo il pilota di Terni è arrivato alle spalle dei tre rivali (11°), ma ha guadagnato la Top 10 grazie alla penalizzazione – la terza! – inflitta al campione del mondo Marc Marquez. Danilo quindi vede il bicchiere mezzo pieno: «Tutto sommato questa Top 10 è un buon risultato al termine di un week end molto difficile per noi» ha dichiarato a freddo, ammettendo «Dopo le difficoltà delle prove siamo riusciti ad avere un moto competitiva. Alla fine potevo prendere anche Rabat e Dovi [6°] ma nell’ultimo giro Syahrin mi ha toccato e sono andato fuori traiettoria. È stato un peccato perché avrei potuto fare un risultato migliore, ma torno a casa col morale alto».
La vera follia, in effetti, è avvenuta al vertice, con Marquez apparentemente in stato di trance. Lo spagnolo, dopo lo spegnimento della sua Honda prima del via, ha riacceso la moto “a spinta” e si è riposizionato sulla casella andando – in barba al regolamento – contromano. Ha quindi dovuto scontare un ride-through (passaggio ai box a velocità limitata). Nel tentativo di recuperare ha poi commesso altre due scorrettezze, con altrettante sanzioni: prima ha dovuto restituire la posizione presa ad Aleix Espargaro (spintonato fuori pista con una ruotata); poi ha scontato 30 secondi di penalità a fine gara per aver steso Valentino Rossi (6° in quel momento) con una spallata. Il folletto di Cervera, così, ha concluso 18° una gara in cui poteva forse doppiare tutti gli altri piloti. Rivali che possono festeggiare: lo fa Cal Crutchlow (LCR Honda) che vince dopo un duello coriaceo con Johann Zarco (2°) e Alex Rins (3°, al primo podio nella classe regina). Può esultare anche Jack Miller (Ducati Pramac) che ha condotto metà gara in testa e si è piazzato 4° davanti a un mesto Viñales. Lo spagnolo e la sua Yamaha non hanno dato segni di competitività, così come Valentino Rossi che prima di essere falciato da Marquez era solo alle spalle del compagno.
Detto della caduta a inizio gara di Pedrosa (vittima anche lui di un’entrata poco lusinghiera di Zarco), può tornare a casa soddisfatto Andrea Dovizioso: se l’anno scorso aveva ottenuto zero punti a Rio Hondo, col 6° posto di oggi accumula altre 10 lunghezze di vantaggio su Marquez. Tra due settimane la prossima tappa negli Stati Uniti, altra pista favorevole allo spagnolo, che dovrà riprendersi in fretta dalle “scorie” dell’Argentina.
(Giulio Sacco)