È stato riaperto completamente alla circolazione stradale il viadotto di Montoro che aveva subito gravi lesioni in seguito alle scosse di terremoto del 2016/2017.
Raccordo Terni-Orte: controlli sul viadotto di Montoro, stop ai mezzi pesanti
Viadotto Montoro: i lavori sulla parte lesionata, la segnaletica stradale
“Era il 2020 e l’ANAS procedeva nel compito di verifica dello stato di sicurezza tutti i viadotti in Italia quando è emerso con una certa problematicità un pericolo grave costituito dalla pila centrale del viadotto Montoro, spostata per ragioni attribuite ad uno dei vari movimenti tellurici, al punto tale da essere per pochi centimetri agganciata alle travi dell’impalcato. Pochi centimetri in più e sarebbe potuta accadere una tragedia analoga a quella di Genova. Plauso, quindi, a questo lavoro certosino di verifica ponte per ponte dell’ANAS che, con gli altri lavori sta impegnando anche in questi mesi l’Umbria e di cui molti non comprendono l’importanza. Il viadotto è stato chiuso per un breve periodo anche completamente, poi riaperto a fasi alterne a sole due corsie e con scaglionamento del traffico di 100 metri fra un veicolo e l’altro. Un calvario durato quattro anni”.
Ad affermarlo è l’assessore regionale alle Infrastrutture e Trasporti, Enrico Melasecche, commentando la completa riapertura al traffico del viadotto Montoro sul raccordo Terni-Orte.
“Duplice era la scelta , o abbatterlo completamente, ricostruendo l’impalcato in acciaio in un anno e mezzo come è avvenuto sulla strada statale ‘della Contessa, oppure procedere con il transito limitato a due corsie. Nel primo caso – spiega l’assessore – occorreva dirottare totalmente il traffico intenso e in gran parte pesante creando situazioni molto difficili sulle strade circostanti in particolare su Narni, nel secondo si sarebbe dovuto gestire un cantiere molto difficile, lavorando al di sotto del piano di scorrimento. Per consentire ai progettisti di accedere nel fondovalle e verificare lo stato della pila incriminata si dovette abbattere la boscaglia che rendeva impossibile l’accesso”.
Lo studio “ha portato a definire il progetto di recupero per riportare la pila perfettamente in verticale. È stata sottofondata e consolidata conferendole una robustezza rilevante, poi sono state sollevate le travi dell’impalcato con martinetti speciali inserendo i dissipatori di potenza per ridurre le spinte di futuri terremoti.
Oggi tiriamo tutti un respiro di sollievo per questo investimento ANAS di oltre 5 milioni di euro che chiude questa fase molto delicata. Voglio ringraziare anche l’impresa umbra che ha effettuato i lavori, insieme a tutte le sue maestranze, per un impegno che si è rivelato particolarmente ostico nell’eseguire i lavori al di sotto dell’impalcato per alcuni mesi”.