Si terranno sabato a Roma i funerali di Salvatore Ponturo, per tutti quelli che lo hanno conosciuto semplicemente il Maestro. Se ne è andato domenica, a modo suo improvvisamente a 89 anni durante il solito, breve giro in bici nel Parco intorno a casa sua, a Roma, dove si era trasferito per stare con la moglie vicino al figlio, alla nuora e soprattutto all’adoratissima nipotina. Lui è stato nei fatti il filo rosso della scherma narnese e ternana, colui che l’ha risollevata negli Anni Novanta, istruendo dal nulla una serie di Maestri, che anche oggi sono sulla breccia, che a loro volta insegnano. Veniva dal mondo militare, da Orvieto, dove insegnava nella Compagnia Atleti. Poi però, una volta congedatosi, era diventato un maestro di sala, lavorando in special modo a Narni, mettendo su una scuola che ha visto atleti con titoli prestigiosi conquistati ai Mondiali, alle Olimpiadi, alle gare della Coppa del mondo. Lui il Maestro Ponturo, è rimasto sempre schivo, elegantissimo. Con grande discrezione, ha visto i tantissimi ragazzi che sfilavano davanti a lui in pedane anche improvvisate; una vera palestra il Circolo Spada Narni, l’ha avuta solo poco più di dieci anni orsono a San Girolamo, intitolata ad un altro grande della Scherma Narnese: Carlo Carnevali già allievo dello stesso Ponturo. Poi una pensione più che meritata sempre però in contatto con quella covata di campioni, piccoli e grandi, che ha avuto la forza di “allevare”, atleti che lo ricordano con grande passione. “Ogni giorno nella mia pratica magistrale – spiega Alessasndro Bartoli, che è un allenatore di qualità e suo allievo – mi ritrovo ad eseguire i suoi gesti, a progredire nelle sue provocazioni, a capire le sue innovazioni”.