“Il nostro operato è quello previsto dalla legge e non accettiamo strumentalizzazioni. Il nostro dovere è quello di ripristinare la legalità”. È chiaro il Procuratore Alberto Liguori nel riepilogare le attività svolte nel corso dell’anno 2017, soffermandosi in particolare sulle due Operazioni Spada che hanno profondamente scosso la città. La prima, a maggio, ha portato agli arresti domiciliari il sindaco e l’assessore comunale ai lavori pubblici. “Un’operazione – ha detto il procuratore – che ha consentito di fare luce sul delicato settore degli appalti di servizi pubblici che hanno interessato la manutenzione del verde pubblico, i cimiteri, la gestione dei servizi turistici della Cascata delle Marmore. In pratica l’amministrazione comunale avrebbe favorito sempre le stesse cooperative senza bandire nuove gare di appalto dei lavori. A dicembre la seconda Operazione Spada che ha portato ai domiciliari l’assessore Piacenti D’Ubaldi, il presidente di Terni Reti Montalbano e il consulente commercialista Camporesi, svelando quella che è stata definita “una vera e propria esternalizzazione illecita di un settore importante dell’amministrazione comunale ternana”. Secondo le indagini Camporesi predisponeva il contenuto di atti istituzionali, di delibere comunali e di determine dirigenziali al posto dei dipendenti del Comune di Terni, senza aver partecipato ad alcuna procedura selettiva ad evidenza pubblica. Tra l’altro nel 2010 il Comune si è munito di apposito regolamento dove è prevista una rosa di aspiranti di almeno 5 professionisti da mettere in competizione per un incarico. Il Procuratore Liguori ha poi spiegato come Camporesi “senza manifestare alcun timore ed anzi mostrando uno spiccato senso di impunità, suggeriva gli escamotage ed i mezzi fraudolenti per evitare la gara e procedere al l’assegnazione diretta in suo favore: illecito frazionamento dell’importo, suddivisione della liquidazione in favore di soggetti diversi, ripartizione degli oneri di spesa tra Comune e società controllate. Il Procuratore ha quindi sottolineato che “su impulso esclusivo del pubblico ministero di Terni il Gip ha valorizzato quelli che sono i diritti umani degli indagati previsti nella Costituzione”.
Nel quadro generale dell’azione penale il procuratore Liguori ha spiegato
che il contenzioso penale nella giurisdizione di Terni in generale ha fatto registrare un calo delle iscrizioni delle notizie di reato nel segno di una minore necessità di ricorso alla giustizia penale. I reati contro le fasce deboli sono diminuiti del 22%, passando da 325 a 251; stessa diminuzione per i reati contro la pubblica amministrazione passati da 55 a 43; leggero calo anche dei reati fallimentari che scendono da 69 a 64; calo del 33% dei furti in appartamento scesi da 1.054 a 697 e del 31% dei furti in genere passati da 3.375 a 2.326. È addirittura del 60% il calo dei reati di usura passati da 41 a 16 mentre i reati di danneggiamento diminuiscono del 41% scesi da 1.810 a 1.010. Quasi invariati i reati ambientali passati da 136 a 126; sugli infortuni sul lavoro 56 rispetto a 53. È, invece, preoccupante con un aumento del 25% il dato relativo ai reati per droga, saliti da 255 a 320. Grazie, comunque, alle forze dell’ordine si è proceduto al sequestro di ingenti quantità di sostanze stupefacenti: nel 2016 complessivamente sono stati sequestrati oltre 17 chili di stupefacente mentre quest’anno la quota di sostanza sottoposta a sequestro è balzata ad oltre 44 chili.
Il procuratore Liguori ha quindi inteso sottolineare che “particolare è stato l’interesse investigativo per recuperare mancati introiti alle casse dello Stato con individuazione di falsi ciechi che hanno sottratto all’Inps oltre 130 mila euro e soprattutto si è inciso sugli evasori fiscali e truffatori dell’Unione Europea assicurando allo Stato il sequestro per equivalente di beni del valore di 12 milioni e mezzo di euro, tra fabbricati, ville, conto correnti bancari, veicoli commerciali ed industriali. L’azione della Procura della Repubblica di Terni ha utilizzato lo strumento del sequestro preventivo garantendo comunque la continuità aziendale consentendo ai lavoratori di continuare a percepire i salari e soprattutto, tramite supervisione della polizia giudiziaria operante, obbligando i datori di lavoro a versare con regolarità i contributi dovuti ai lavoratori all’Inps ed all’Inail”.