Raffaello Federighi ci ha inviato un intervento molto duro nei suoi contenuti nei confronti dell’attuale giunta al governo della città e spiega i motivi per i quali sarebbe opportuno che cadesse e invita l’opposizione a fare “gesti forti”.
Federighi è membro del coordinamento regionale di Forza Italia. QUESTO IL SUO INTERVENTO
A Natale molti sono più buoni, ma ormai Natale e anche Capodanno appartengono al passato, l’anno è iniziato e i problemi del Comune di Terni non accennano ad avviarsi a soluzione, bensì s’incancreniscono e se possibile si aggravano, cosicché gli inermi cittadini ternani assistono attoniti ad un lungo crepuscolo degli dei da parte di questa amministrazione sciagurata, ormai asserragliata nei bunker di Palazzo Spada e dintorni, decisa a far perire con se l’intera città.
Magari a qualcuno sfugge, ma stiamo parlando di una città portata al pre dissesto finanziario, con cinquantotto milioni di euro di debiti a bilancio, circa undici milioni di euro di debiti fuori bilancio ed altri in procinto di essere scoperti, il cui piano di riequilibrio finanziario, basato sulla vendita fantasiosa dell’AFM, è stato bocciato due volte, ritirato e ora sostituito con il ricorso al fondo di rotazione, cioè a soldi che lo Stato presta ai Comuni prossimi al fallimento, previo aumento ai massimi livelli della tassazione locale, provocando un salasso pesantissimo per le famiglie e la fuga dei possibili investitori.
Il Sindaco Di Girolamo aveva dichiarato che mai lo avrebbe fatto e infatti, male che vada, potrà candidarsi con successo alla carica di “Pinocchio dell’anno”. Ma c’è di più, lo stesso rivendica il diritto di risolvere la grave situazione, dimenticandosi che lui stesso e le precedenti amministrazioni del suo dannoso partito hanno provocato il dissesto che ora vorrebbe avviare a soluzione e, in calzante parallelo, credo che, tra i requisiti per dirigere l’Avis, essere il Conte Dracula dovrebbe essere un motivo ostativo.
Come se non bastasse quanto sopra, il Sindaco, alcuni assessori, molteplici dirigenti e funzionari del Comune di Terni, negli ultimi mesi, sono stati oggetto di plurime e differenziate inchieste penali, culminate in provvedimenti cautelari che hanno superato il vaglio di più giudici e avviate al rinvio a giudizio, quindi perlomeno, lo si conceda, non del tutto infondate.
Il comune denominatore di tutte le inchieste si basa sull’assunto che l’amministrazione comunale opera in un costante sistema illecito, consistente nel piegare artificiosamente e puerilmente (così si esprime la Procura della Repubblica) i bandi pubblici al fine di favorire soggetti destinatari ritenuti amici e contigui. In un contesto siffatto desta quantomeno perplessità che un Sindaco arrestato – non fatto decadere perché l’Autorità Giudiziaria non ne ha la facoltà in quanto carica elettiva (e di ciò ne dichiara il rammarico…) – ceda deleghe specifiche ai propri assessori e quando essi vengono arrestati e conseguentemente sospesi (in quanto cariche non elettive), con una disinvoltura sbalorditiva, riassuma nuovamente le stesse deleghe, quelle mediante le quali sono stati commessi i reati contestati, tutti a danno della corretta gestione di cui essi dovrebbero essere garanti e custodi. In questo caso non sfigura rievocare il gioco delle tre carte, magistralmente raffigurato dall’indimenticabile Totò, peccato che lì eravamo in un film, qui siamo nella realtà che, vedete, supera di gran lunga anche la fantasia più sfrenata.
Ciliegia sulla torta, invero opera di un pessimo maestro pasticcere, lo stato complessivo della città, cupa, degradata, sporca, insicura, un magazzino abbandonato dei peggiori proclami della sinistra, capace di portare allo sfascio ogni amministrazione che incautamente le viene affidata, decisa a fare affondare con se tutti i cittadini, colpevoli soltanto di non reagire con energia a queste armate brancaleonesche che la storia, ad ogni epoca e ad ogni latitudine, ha già condannato senza appello come portatrici di povertà e involuzione.
Invero ci sarebbe poco da aggiungere al quadro di cui sopra e che ho già più volte tratteggiato in articoli sullo stesso tema, senonchè la cronaca degli ultimi giorni registra la perplessità di un consigliere comunale di opposizione, che ritiene illegittime le ultime deliberazioni della Giunta, confutato dal Sindaco, il quale rassicura sulla perfetta legalità dei propri atti. Alla luce della recente cronaca giudiziaria verrebbe da dubitare sulle affermazioni del primo cittadino e sarebbe facile ironizzare, rimane comunque il fatto che l’Assessore sospeso a seguito di provvedimenti di natura penale, ai sensi dell’art. 59 TUEL DLGS 267/2000, “cessa di partecipare alle riunioni della Giunta e di esercitare ogni funzione e incarico allo stesso attribuito o delegato”, non si vede pertanto come si possa configurare che lo stesso continui a garantire qualsivoglia numero legale. Come sempre, la sinistra è garantista per se e giustizialista nei confronti degli altri, soprattutto se avversari politici, in ciò caratterizzandosi per un doppiopesismo tartufesco veramente insopportabile.
L’intera opposizione dovrebbe essere unita nell’intento comune di favorire la caduta di questa amministrazione, che ormai rappresenta solo se stessa e in fuga dalla realtà, nell’intento famelico di gestire anche i fondi dell’area di crisi complessa di prossimo arrivo, dissipando ancora una volta denaro pubblico che dovrebbe essere utilizzato per favorire la ripresa, aiutare le imprese, sostenere l’economia del territorio e non per garantire cooperative amiche, in una logica spartitoria del potere che ha reso comune, regione e l’intera nazione più povere e progressivamente senza speranza.
La ricetta non è quella che propone di abbattere il debito dichiarando alcune partite inesigibili e poi sperare che il Sindaco si dimetta. Sono proposte velleitarie e senza alcun fondamento giuridico, oltreché colpevolmente ingenue. Altresì, sbaglia chi vola alto nel benaltrismo confusionario o che confida nei tecnicismi dell’interpretazione giuridica, che non compete all’opposizione politica di qualsiasi sigla.
Quello che andrebbe fatto, che è urgente fare, è esternalizzare la situazione in cui versa la nostra città, tornare a parlare con la gente, informarla della reale e gravissima situazione in cui la sinistra ha gettato Terni, dire gli esatti motivi per i quali non se ne vogliono andare, spiegare perché essi non possiedono la capacità di fare uscire i cittadini dal baratro economico e situazionale in cui li hanno messi, alzare la voce, perché il momento lo richiede. Se necessario, esplicando il concetto che il boia difficilmente sarà in grado di riattaccare le teste che ha appena allegramente mozzato. L’opposizione, nella perfetta legalità, faccia gesti forti, li faccia oggi non domani, perché di tempo non ne abbiamo più molto e perché non mi sembra il momento dei sofismi procedurali; si distacchi anche visivamente dal sostenere con il proprio ruolo le dannose attività di questa Amministrazione, perché il perdurare di tale comportamenti li renderebbe colpevolmente correi, generando una frustrazione e un’esasperazione nei cittadini estremamente pericolose.
Federighi era già intervenuto il 6 ottobre sul dissesto finanziario dell’Ente e sulla privatizzazione delle farmacie comunali.
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