Un impegno “a sette” siglato per favorire la transizione ecologica delle imprese, partendo dal concreto, cioè da quanto finora è stato realizzato dalle aziende umbre nell’ambito dell’economia circolare, dalle strategie “verdi” adottate, per giungere ad una vera e propria raccolta di best practice, ossia esperienze aziendali che applicano, anche in una singola procedura, un metodo coerente con i principi di circolarità come ad esempio la scelta di specifiche materie prime, efficienza processi produttivi, riciclo etc.
E’ l’impegno che hanno siglato Camera di Commercio dell’Umbria, Regione Umbria, Arpa e le Associazioni di categoria umbre Confindustria, Cna, Confagricoltura e Confcommercio per dare attuazione al programma nazionale avviato nel 2021 da Unioncamere “Sostenibilità ambientale”. Due già le date fissate per i primi step, 12 e 28 aprile, quando i partner incontreranno le imprese per illustrare il programma e rendere consapevoli gli imprenditori umbri delle opportunità offerte dall’economia circolare.
La raccolta delle best practice vedrà la luce entro settembre 2022. Nel frattempo si sta partendo dall’esame di una approfondita Analisi territoriale condotta da Ecocerved sul sistema imprenditoriale per capire quanto il contesto umbro sia propenso ad innovare.
In regione il 99% delle imprese è di micro o piccola dimensione; il 90% del totale non supera i 5 addetti. Percentuale che scende al 75% per il settore manifatturiero. Molto marcato l’impatto delle ditte individuali, sono 48.125 (al 31 dicembre 2021) su un totale di 94.674 aziende registrate, incidenza che nel comparto agricolo arriva all’80% del totale.
Le start up al 31 dicembre 2021 sono 229 in Umbria, l’1,6% del totale nazionale e come nel resto del Paese, operano per lo più nella produzione di software e nella consulenza informatica.
Le imprese umbre che hanno investito in prodotti e tecnologie green tra 2016 e 2020 (per il 2020 il dato aggiornato è a livello di programmazione ndr) sono state 4.734 (fonte GreenItaly), l’1,1% a livello nazionale. Le più propense da innovare sono le imprese manifatturiere mediamente più grandi e con la possibilità di strutturare al proprio interno personale dedicato, risorse etc.
Non ce la fanno le imprese nella fascia dimensionale 1-9 addetti, per la maggior parte in difficoltà ad investire in prodotti e tecnologie green, anche per la scarsa conoscenza delle varie declinazioni che possono assumere i principi dell’economia circolare nell’organizzazione aziendale.
Ed è proprio per questo segmento d’impresa che il lavoro di formazione e sostegno che mette in campo il sistema camerale potrebbe rivelarsi decisivo per abbracciare l’innovazione.
Interessante, si legge nell’Analisi, la risposta delle aziende umbre all’acquisizione degli standard ambientali. Per quanto riguarda la ISO 14001, le aziende certificate in Italia sfiorano le 13mila unità, in regione nel 2021 sono 339, ben il 2,6% del totale nazionale.
Per quanto riguarda invece la più complessa certificazione ambientale Emas, sono solo 900 le aziende in Italia ad averla acquisita, 12 in Umbria (1,3% sul totale nazionale). L’iniziativa si incrocia con l’attività della Regione Umbria per la redazione e l’approvazione della Strategia per lo sviluppo sostenibile.
Potendo disporre nei prossimi mesi di un quadro aggiornato e puntuale della propensione del sistema produttivo regionale verso l’economia circolare, sarà possibile prevedere nella Strategia regionale obiettivi e azioni che risulteranno efficaci per supportare le aziende umbre nel cammino verso produzioni più green e quindi effettivamente più sostenibili sotto il profilo ambientale.