Passano i giorni senza che si venga a capo della questione della Elettrocarbonium di Narni, azione imprenditoriale che è fallita miseramente, almeno sino ad oggi, nonostante che gran parte della Giunta Comunale di Narni vi avesse spinto la propria credibilità. Ora, dopo l’esperienza negativa, della quale nessuno si vuole prendere la responsabilità, sembra che vi siano anche altri interlocutori, interessati all’area industriale, che, non va mai dimenticato, è superbamente attrezzata. Ma sono al momento voci, che vengono controllate con maggiore profondità della precedente esperienza, voci e tentativi che rimangono nelle sale della Giunta Regionale e del Ministero senza che siano spartite con nessuno, tantomeno col Comune di Narni: con l’arrivo di Michele Monachino in troppi si sono scottati economicamente per seguire la stessa linea.
Lo stallo fa comunque paura perché ogni giorno sembra allontanarsi l’idea che qualcuno possa riprendere in mano l’area. Va da sé che difficilmente, nonostante le chimere e le illusioni di qualcuno, si possa ripartire con la produzione di elettrodi per acciaierie anche perché la stessa Sgl Carbon sta dismettendo stabilimenti in Germania, e questo è tutto dire. Dopo la presa di posizione del sindaco Francesco De Rebotti, s’è registrata quella del Consiglio Comunale ed ora del suo assessore Marco De Arcangelis che lo ha sempre affiancato in questa trattativa, il quale spinge per sapere quei nominativi che Ministero e Regione si tengono ben stretti in attesa di sviluppare una eventuale trattativa, che verrebbe gestita direttamente.
Ecco, per ogni buon conto, l’intervento di De Arcangelis,
“La Sgl ha annunciato di voler lasciare il settore della produzione degli elettrodi ed ha detto che presto tutti gli stabilimenti di proprietà del gruppo verranno messi in vendita. Il “boccone” – prosegue – è grande, chi potrà provare ad azzannarlo? sicuramente un soggetto che avrà interesse ad acquisire mercato e non stabilimenti da rilanciare. Un’altra multinazionale che pagherebbe caro per il portafoglio clienti, grazie al quale la Sgl potrebbe liberarsi di qualche noia, come lo stabilimento di Narni. Che fine farà allora lo stabilimento narnese? chi curerà l’esecuzione della bonifica? E se non si producessero più elettrodi nella fabbrica e si procedesse ad un cambio di destinazione d’uso, come io ritengo sia indispensabile, chi eseguirebbe la nuova caratterizzazione e le azioni conseguenti? Oggi siamo ancora attenti alla vicenda appena conclusa della Elettrocarbonium, ma le sfide vere e proprie ingaggiate con la multinazionale sono ancora tutte intatte e da affrontare. Dalle dichiarazioni lette sui giornali nei giorni scorsi, provenienti dal liquidatore, appare evidente che ci sono soggetti interessati a valutare l’acquisizione dello stabilimento, chi li ha contattati? Chi li ha coinvolti? Il sindaco ha sollecitato più volte il Ministero e la Regione ma ad oggi non vedo nessuno scatto di reni sulla vicenda. Mentre siamo fermi ad analizzare, cosa che andrà fatta certo approfonditamente, il fallimento del primo tentativo di reindustrializzazione della fabbrica, si rischia di perdere di vista l’impostazione iniziale della vicenda che poggiava sul concetto che la multinazionale doveva consentire e agevolare la continuità produttiva degli elettrodi ,oppure per essere espliciti, la ciminiera si sarebbe dovuta tirare giù e la comunità narnese si sarebbe dovuta riappropriare del territorio interessato. Credo sia utile focalizzare meglio tale obiettivo, serrare le fila della maggioranza e del consiglio comunale per intero, nell’interesse della città, ricomprendendo in essa i cittadini, i lavoratori diretti e indiretti. Voglio ricordare in fine che sul versante della sicurezza per i lavoratori, dei cittadini e dell’ambiente, l’amministrazione ha sempre sollecitato gli enti preposti e le aziende Sgl e Elettrocarbonium con atti formali , addirittura dal mese di gennaio di quest’anno in modo reiterato. A tal proposito mi risulta sia programmato un intervento degli enti di controllo entro la metà del mese”.