Il “picchetto” davanti alla fabbrica è sempre più ridotto: c’è movimento perché al di là del blocco della produzione di elettrodi, lo stabilimento vive ancora con tutte le azioni industriali che ne conseguono. Però i forni sono al minimo, non vengono ricaricati, cosa che mantiene l’incertezza sul futuro della fabbrica.
Nonostante tutto l’ottimismo non manca: tra i lavoratori vengono fatte valutazioni oggettive, tutte che portano ad un futuro meno plumbeo. D’altronde viene detto se non avesse voluto continuare l’avrebbe già detto e comunque deve rientrare con svariati capitali. Perché andarsene allora? Ma anche la Sgl Carbon perché non aiuta ad un decollo che permetterebbe di alleggerire la propria posizione davanti al busillis della bonifica del terreno?
Tutti sono comunque concordi che la situazione di stallo non potrà durare chissà fino a quando e nel breve una comunicazione ai lavoratori deve venir data. Tra l’altro i dipendenti delle ditte di manutenzione vantano crediti coi loro datori di lavoro che arrivano sino a quattro mensilità ed anche per loro, un centinaio la situazione da pesante si sta facendo drammatica. Anche nel mondo dell’indotto si assiste al fenomeno dell’attesa: nessun provvedimento di licenziamento, nessuna richiesta da parte dei lavoratori che vedono la fabbrica ferma. Tutti in attesa di Michele Monachino e di una fumata bianca da parte delle grande ciminiera.