Le posizioni delle parti rimaste sostanzialmente le stesse dopo la riunione di Roma, al Ministero, con le istituzione ed alla quale, tra l’altro, non ha partecipato né Michele Monachino, ad di Elettrocarbonium di Narni, e nemmeno il liquidatore della Sgl Carbon, Marco Petrucci. Si è poi saputo che la Sgl Carbon, con una lettera fatta arrivare al Mise, metterà a disposizione, come aveva fatto all’inizio, un congruo pacchetto di milioni di euro per far sì che la società di Monachino inizi la bonifica dell’area mentre, da parte sua, la regione ha riconfermato l’attivazione dei crediti, del milione e mezzo di euro, che aveva già promesso. Ora Monachino dovrà far vedere la propria reale intenzione di mandare avanti il progetto imprenditoriale della Elettrocarbonium di Narni; la risoluzione della vertenza passa ora nelle sue mani, dove, peraltro, è sempre stata.
La Sgl Carbon in sostanza è pronta a mettere le mani nel portafoglio senza troppi problemi purché sia liberata dallo spettro della bonifica e rinuncia pure alla “manleva”. Era che il liquidatore Petrucci voleva una sorta di “condono tombale” rispetto al quale, una volta pagata la somma pattuita, l’intera questione della bonifica sarebbe rimasta in capo a Monachino. Questa soluzione non si è potuto praticare perché nessuno sa con precisione quale sia lo stato del sottosuolo: la Sgl Carbon, quindi potrebbe anche compartecipare a spese successive se mai si dovesse vedere che il livello degli inquinanti è superiore all’attuale.
Ora tutti in attesa della decisione di Monachino.