Non c’è stato l’accordo tra gli esponenti di Michele Monachino, presidente della Elettrocarbonium di Narni, ed i sindacati, che cercavano, sul tavolo regionale, di trovare soluzioni alla situazione che s’è venuta a creare con lo stop alla produzione nella fabbrica narnese. Il mancato accordo significa anche un irrigidimento delle parti, che non è una cosa buona, in una vertenza che sta diventando non solo complicata ma anche incomprensibile.Non c’è stato accordo nemmeno sui preavvisi e sugli arretrati, insomma, quando s’è trattato di parlare di soldi, alla Elettrocarbonium hanno fatto orecchie da mercante. Forse tra qualche giorno, ma chissà quando, una trentina di lavoratori potranno avere le tanto agognate lettere di licenziamento che spianeranno l’accesso agli ammortizzatori sociali.
Ma che confusione!
Ora si parla infatti che la Elettrocarbonium sia in trattativa con delle società orientali per riavviare la produzione di elettrodi per acciaierie sotto la loro egida ed andare alla conquista di quei mercati. Chiacchiere, insomma, che non sembrano portare acqua al mulino della ripresa produttiva della Elettrocarbonium, che, invece al momento è chiusa.
Nelle prossime ore vi saranno anche dei comunicati del Sindaco di Narni, Francesco De Rebotti, che sta seguendo preoccupato la vicenda e la piega, improvvisamente negativa dopo averne sbandierato un risultato positivo, insieme ai rappresentanti dei lavoratori. Ora alla mancanza di lavoro si aggiunge anche la mancanza di chiarezza, con il problema Elettro che, inopinatamente sta diventando anche un argomento di campagna elettorale e quindi della politica.