Non solo Michele Monachino, l’amministratore delegato della Elettrocarbonium di Narni, non esce dallo stabilimento, ma addirittura ha preannunciato una richiesta di danni milionaria. Una situazione che si complica ogni giorno di più e che mantiene comunque in ostaggio i lavoratori dell’intero territorio su una strategia che non sembra, al momento di portare da nessuna parte. Altra novità: una minicordata composta da imprenditori stranieri si è affacciata alle porte del liquidatore della Sgl Carbon, Marco Petrucci, per capire se vi sia la possibilità di rilevare il complesso e riprendere la lavorazione degli elettrodi. C’è Monachino dietro questa azione? Nessuno lo sa con certezza anche se la linea imprenditoriale si sposa con la sua.
Rimane invece di forte presa l’altra richiesta di occupare lo stabilimento per un’azione industriale diversa dalla costruzione degli elettrodi. Dagli uffici del liquidatore è dato sapere che la richiesta è pervenuta da un gruppo grande e consolidato e che non ha niente a che vedere con richieste estemporanee.
Alla fine dell’estate si potrà stringere e conoscere i veri interlocutori.
Rimane comunque il mistero del perché Michele Monachino e la sua società non vada via dalla fabbrica narnese: ad ottobre vi sarà l’udienza con la quale verrà fissato lo sgombero da parte dei carabinieri ma saranno ancora mesi persi sulla pelle di chi cerca soltanto di lavorare.