Maria Grazia Proietti è un medico geriatra in pensione e consigliere comunale del Pd.
1) In breve proposte per lo sviluppo della Regione Umbria in tutte le sue peculiarità territoriali
-L’Umbria che vogliamo, e che con il vostro aiuto e sostegno costruiremo insieme, è la Regione della qualità della vita, della salute e della prevenzione per tutti, dell’equilibrio ambientale, dei buoni lavori, dei giovani. Terni, in questo disegno, è la Città attiva che coniuga industria e cultura, buoni servizi e qualità urbana, accoglienza e sicurezza: la Città che è la naturale cerniera tra la Capitale e l’Italia interna delle bellezze artistiche e ambientali, di un inarrivabile patrimonio di cultura e spiritualità, legata all’identità forte di un Regione aperta, estranea a un’idea di sviluppo autarchico, ma che si pensa e si costruisce come cuore di un’area vasta di relazioni, di servizi, di infrastrutture che si estende a tutto il centro Italia e che guarda ai due mari e ai due porti di Civitavecchia e Ancona come agli sbocchi naturali per i suoi prodotti. Una Città e una Regione che puntano a sostenere attivamente lo sviluppo industriale e contemporaneamente la qualità ambientale, la riconversione energetica e la decarbonizzazione.
2)Una ricetta per rivitalizzare i centri cittadini nell’ottica di città dinamiche
–Una Città che punta sullo sviluppo universitario come condizione di rafforzamento di quella saldatura tra produzione e cultura, tra creatività e competenze professionali che costituiscono il passato, il presente e il futuro di Terni e del Ternano. Una Città e una Regione che hanno bisogno urgente di rafforzare i loro presidi di prevenzione e di salute, sia territoriali che ospedalieri: due nuovi ospedali per Terni e Narni-Amelia, realizzati con fondi pubblici per confermare e sviluppare la tradizionale capacità attrattiva della sanità ternana, per consolidarne le eccellenze specialistiche, per abbattere le liste di attesa, per rispondere alle esigenze degli anziani, delle persone deboli e delle loro famiglie. Per questo serve un’Istituzione Regionale coesa, con una politica lungimirante, capace di unire la ricchezza ineguagliabile dei borghi umbri all’Europa, che sconfigga i particolarismi meschini e le rendite parassitarie e punti sul protagonismo dei giovani e sul dialogo attivo tra le generazioni, che sconfigga le povertà vecchie e nuove. A questa idea rinnovata dell’Umbria vi chiediamo di lavorare insieme.
3)Piano regionale non autosufficienza: perché l’Umbria continua a negare l’assegno di cura/sollievo per le famiglie di disabili?
–Uno dei motivi per cui mi sono messa in gioco in questa tornata elettorale è avere un figlio “ speciale “ e ho voluto il suo parere prima di accettare la candidatura al consiglio regionale. Lui mi ha guardato con quella sua espressione che assume quando deve dare una risposta complessa, guardava ovunque , tranne nei miei occhi, poi mi ha detto : “ Ma si mettici tutto il coraggio che puoi, mia candidata consigliera !”Mi candido per Matteo e tutte le persone “speciali “ come lui, perché dobbiamo costruire una società capace di comprendere la disabilità. Vorrei riprendere le parole della Sindaca Vittoria Ferdinandi di Perugia quando dice “ in materia di disabilità la sfida è sostanzialmente culturale. Si tratta di realizzare sguardi e comportamenti che permettano di cambiare l’approccio. Gli sguardi infatti sono disabilitanti e possono rendere le persone oggetto di dignità o meno “. Ogni persona rappresenta un punto di ricchezza, per questo nella mia campagna elettorale userò sempre la frase “Nessuno escluso “ .
La Commissione Europea, il 3 marzo 2021, ha adottato la Strategia per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030, per garantire la piena partecipazione delle persone con disabilità alla vita sociale, in linea con i principi della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità del 2006, recepita in Italia con la Legge n. 18 del 2009.
Vorrei pertanto riproporre quanto la Commissione Europea ha suggerito, esattamente come la Commissione Europea afferma:
- Accessibilità. Per accessibilità si intende l’insieme delle caratteristiche ambientali, strutturali ed organizzative che, a prescindere dalla condizione della persona, consentono di usufruire di beni, luoghi e servizi. Il diritto all’accessibilità è strettamente connesso all’abbattimento di tutte le barriere, fisiche e non solo, che limitano o impediscono la piena inclusione delle persone con disabilità.
- Vita indipendente. La vita indipendente è l’insieme delle misure, dei servizi e dei sostegni che favoriscono percorsi di autonomia e il diritto delle persone con disabilità di scegliere dove e con chi vivere.
- Percorsi formativi inclusivi. E’ necessario garantire l’inclusività nella formazione delle persone con disabilità, in modo da modernizzare e migliorare anche l’accesso e il diritto al lavoro. Il mercato del lavoro post pandemia richiede, infatti, nuove competenze e la necessità di una formazione continua e di qualità. In tal senso lo stesso PNRR prevede politiche di istruzione e formazione che siano in linea con le esigenze delle persone con disabilità e con il diritto all’inclusione scolastica.
- Inclusione lavorativa di qualità. La partecipazione alla vita economica è il modo migliore per garantire autonomia e inclusione sociale per le persone con disabilità, favorendone la realizzazione personale ed un percorso di vita indipendente. Saper riconoscere, nei luoghi di lavoro, il potenziale ed i talenti delle persone con disabilità, genera benefici per la persona, per l’organizzazione e per la società nel suo insieme, rafforzandone la coesione. E’, inoltre, necessario facilitare il lavoro autonomo e l’imprenditorialità anche per le persone con disabilità.
- Cultura, Sport e turismo accessibile. Arte e cultura, sport, attività ricreative e turismo sono essenziali per la piena partecipazione alla vita sociale. E’ necessario per il benessere della persona favorire l’inclusione nello sport a partire dai livelli territoriali e amatoriali, e investire nello sviluppo del turismo accessibile.
Uso queste affermazioni perché sono a garanzia di tutti i disabili e delle loro famiglie. Parole come Vita Indipendente, inclusione lavorativa di qualità, sono ancora affermazioni, lontane dalla realizzazione, ma io ci credo, ci devo credere. Un giorno Matteo, mentre ascoltava dal TG i dati non buoni sul lavoro dei giovani, mi ha guardato e mi ha detto: “Mamma se non trovano lavoro quelli normali figurati uno come me? “Non avrei voluto mai ascoltare quelle parole, ma sono la sua vita, tra un tirocinio riabilitativo e un altro“. Credo fortemente nella costruzione di una presa in carico della persona con disabilità, offrendo interventi e prestazioni che tengano conto della patologia, della intensità di assistenza e della famiglia che assiste la persona, quali sono le condizioni di necessità assistenziali e quali sono le migliori risposte. Certamente in un quadro dove la sanità pubblica da sempre minori risposte, vedi le lunghe liste di attesa, l’impoverimento di alcuni servizi, aumentano le difficoltà delle risposte, io credo nella sanità pubblica ed universale che, sola, soprattutto nei confronti dei disabili può dare risposte vere e concrete. Certamente l’attuale finanziaria che vede ridursi al 6 % del PIL, il fondo destinato alla sanità pubblica, mi preoccupa e mi fa temere sempre meno servizi a chi è più debole come gli anziani e le persone con disabilità. Come mi ha fortemente preoccupato, anche da un punto di vista partecipativo, la mancata di risposta ed addirittura il mancato incontro da parte dei consiglieri regionali di maggioranza con un gruppo di famiglie, insieme ai rappresentanti delle associazioni in uno degli ultimi consigli regionali. Il gruppo di famiglie ed associazioni protestavano per la mancata approvazione di un bonus mensile per i disabili gravi (500 euro per i minori e 300 per i maggiorenni) contributi economici mensili sottoposti a stretta rendicontazione e concordati con i servizi sociali, che da anni veniva erogato alle famiglie umbre con disabili gravi alle 40.000 famiglie che ospitano persone non autosufficienti e previsto dal PRINA (Piano Regionale Integrato per la non Autosufficienza). Il confronto deve sempre esserci, non si può essere sempre autoreferenti, perché dal confronto nascono le migliori risposte, proprio in questo mondo così complesso come la disabilità. Io credo che ci sia necessità di fare un cammino insieme, istituzioni regionali, comunali, associazioni, tutte le associazioni, le famiglie per poter dare le migliori risposte ad ognuno, perché la difficoltà è proprio la diversità della disabilità, nelle sue forme più complesse e nelle risposte che devono essere le migliori per quella persona e per quella famiglia. Perché nessuno sia escluso.