Tommaso Bori è un medico ed è il Segretario Pd dell’Umbria
1) In breve proposte per lo sviluppo della Regione Umbria in tutte le sue peculiarità territoriali
-L’Umbria è una regione ricca di peculiarità, piena di meraviglie da valorizzare. Storia, arte e cultura, ambiente fanno da scenario ad una economia che la destra ha impoverito. I livelli pre Covid sono lontani, checché ne dica la macchina della propaganda messa in campo dalla candidata presidente Tesei. In questo senso vogliamo ridare visione, prospettiva e speranza ad una regione dove i giovani, che pure si formano qui, poi preferiscono andarsene. Vogliamo farlo mettendo al centro le persone. Come valorizzarle? Attraverso un serio impegno per dire stop alle vite precarie. Vogliamo garantire a tutti e a tutte l’accesso ad un lavoro stabile, sicuro e di qualità, che rispetti pienamente la sicurezza e la salute dei lavoratori. Serve per l’Umbria una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile per combattere la precarietà lavorativa, una delle principali causa dell’emigrazione giovanile e lo spopolamenti. Fondamentale resta la necessità di infrastrutture, materiali e tecnologiche, con l’obiettivo di rendere la nostra Umbria luogo di business e di studio.
2) Una ricetta per rivitalizzare i centri cittadini nell’ottica di città dinamiche
-I centri storici devono tornare a vivere. Per farlo, l’ecosistema costituito dal tessuto imprenditoriale in ambito urbano, soprattutto nei centri storici – in particolare con riferimento agli esercizi commerciali – può e deve assumere le forme di un vero Distretto urbano del commercio (Duc), con la finalità di incentivare e innovare il commercio cittadino, favorendo l’equilibrio tra i vari format e garantendo agli abitanti dei centri storici l’accessibilità ai beni necessari e ai servizi pubblici (uffici postali, banche, scuole, farmacie, etc.)
3) Piano regionale non autosufficienza: perché l’Umbria continua a negare l’assegno di cura/sollievo per le famiglie di disabili
-Per convenienza elettorale. Per schiacciare qualsiasi protesta alla vigilia delle elezioni hanno dato uno spettacolo penoso. Pensare che, chi si riempie la bocca dei migliori principi, si era già espresso a favore e avrebbe potuto farlo anche in questi giorni, approvando un atto di indirizzo del consigliere Bianconi per dare attuazione ai principi previsti dal Prina (Piano regionale integrato della non autosufficienza) abbia bocciato l’atto che avrebbe impegnato l’amministrazione regionale a stanziare le risorse necessarie per dare concretezza ai principi di universalità dell’accesso alle cure, autodeterminazione, non discriminazione, pari opportunità, libera scelta tra forme di assistenza diretta e indiretta e non discriminazione tra disabilità grave e gravissima è una scelta assurda e vergognosa. Un atto di arroganza grave, perpetrato dall’assessore regionale più assenteista della storia dell’Umbria, e consumato di fronte alle famiglie che erano venute in consiglio regionale per chiedere risposte ai propri bisogni. Bisogni che sono rimasti inevasi e che, da domani, saranno ancora al loro posto, facendo fronte a tutta una serie di ritardi nell’attuazione di misure concrete che testimoniano come la destra sia ormai distante dalla realtà, asserragliata nei palazzi. L’assegno di cura destinato alle persone con disabilità grave poteva essere approvato in Umbria, sulla scorta di quello che esiste in Emilia Romagna, permettendo alla persona di rimanere nel proprio contesto sociale e affettivo, conducendo una vita il più possibile indipendente. Il resto è arroganza e autoreferenzialità, il contrario di quello che dovrebbe essere la politica e chi amministra la cosa pubblica.