Appena si entra nella sala, dietro le spalle, sulla sinistra, c’è Domenico Modugno, col baffo da sparviero che guarda l’obiettivo mentre alcune ballerine stanno provando una scena con delle spade in mano. Subito dopo ecco un giovane Peppino Di Capri, “i suoi rockers”, e la smorfia d’ordinanza. Peppino ha un microfono quadrato in mano, nella foto a fianco alla sua, invece. il personaggio ritratto in mano ha grosso coltello: Francesco Braconi sta affettando la mortadella nel suo negozio di generi alimentari in piazza Solferino.
Sono le prime che si incontrano tra le oltre cinquanta foto che il “maestro” Enrico Valentini espone al centro sociale della Polymer, la vecchia sede della circoscrizione a fianco alla chiesa.
Enrico Valentini è un fotoreporter dai tempi… Forse da sempre. Ma quando si nasce con una passione nel cuore e nella mente, quella ti rimane dentro per tutta la vita. Per lui è la fotografia, ma se “lo scatto” – come dice lui – non è collegato a un episodio di cronaca o ad un personaggio non c’è gusto.
Una cinquantina di scatti tra le centinaia di migliaia che Enrico Valentini conserva nel suo archivio. Lì dentro c’è una miniera di piete preziose. C’è la storia di più di mezzo secolo. Storia di Terni, dell’Umbria, del Lazio, e di quello che è sempre stato per lui l’avvenimento degli avvenimenti: il Festival dei Due Mondi a Spoleto.
Nella mostra alla Polymer c’è un pezzo di vita passata ricostruita principalmente attraverso i personaggi: ed allora ecco l’astronauta russo Leonov col sindaco di Terni Ezio Ottaviani; ecco Corrado Viciani a fainco di Giorgio Taddei, allenatore e presidente della Ternana in serie A; e vicino Luigi Agarini che guarda ammirato il presidente della Repubblica Azeglio Ciampi in visita a Terni. Un paio di arrotini, Alfredo Pallini che mostra un libro da lui rilegato le cui pagine sono tutte banconote da diecimila lire; un fascinoso Arnoldo Foà affumicato dalla sua pipa, Alberto Talegalli con in mano un tartufo grande come un pallone numero tre.
E poi c’è lei: Brigitte Bardot, identica al “mito” che negli anni Sessanta se ne fece. Due foto, una mentre passeggia a Spoleto, l’altra al Lago di Piediluco. Valentini riuscì a saltare il servizio di “protezione” attorno alla diva e, nonostante l’emozione per l’essersi trovato di frone ad una bella donna, la mano che teneva la macchina fotografica rimase ben ferma.