Ventidue ragazzi e ragazze provenienti da Grecia, Spagna, Italia e Palestina stanno trascorrendo insieme una settimana presso il Laboratorio della casa “Il Cerquosino” di Orvieto per esplorare la xenofobia e l’aporafobia (la paura della povertà) nonché i modi per combatterle.
Quella promossa e coordinata dall’associazione Artemide è la seconda fase del progetto “Chi vuole vedere l’arcobaleno, imparare ad amare la pioggia: percorsi di resilienza” cofinanziato da Agenzia Nazionale Giovani, che offre ai partecipanti la possibilità di conoscere e avvicinarsi a culture diverse e a darsi la possibilità di raccontarsi in prima persona.
“I partecipanti e le partecipanti provengono da situazioni di minori opportunità e vanno sostenuti e aiutati a credere che la xenofobia e la aporafobia si combattono con la conoscenza del’altro, con la voglia di cambiare partendo da se stessi, attraverso reti e connessioni, creando l’opportunità di soddisfare il bisogno di poter incontrare altri giovani in amicizia, in reciproco sostegno – spiega Barbara Colombo, presidente di Artemide – raccontarsi, sentirsi eguali e conoscere le opinioni altrui. Ci mettiamo in gioco, in uno spazio protetto, in una condizione extraquotidianità, per trovare insieme soluzioni a comportamenti xenofobi, razzisti, discriminatori e per combattere gli atteggiamenti poco solidali nei confronti dell’altro”.
Partner del progetto per la Grecia Break the Borders, per la Palestina Ibda’a Cultural Center, per la Spagna Associació per la mobilitat internacional i emprenedoria Youth Bcn, la cooperativa sociale il Quadrifoglio e la Comunità educativa per minori stranieri non accompagnati “Xenia” di Orvieto.