“L’Umbria sta affrontando una situazione di crisi climatica senza precedenti. Secondo i dati dell’ANBI (Associazione Nazione Bonifiche e Irrigazioni), il lago Trasimeno è sempre più asciutto, con la sua altezza attuale di ben 25 centimetri inferiore al livello minimo accettabile (-cm 120). Il fiume Topino registra un brusco crollo di portata, mentre i livelli dei fiumi Paglia e Chiascio restano invariati. A rischio anche il bacino del lago di Piediluco e la portata del fiume Nera. Tutto ciò nonostante le recenti violente grandinate che hanno colpito i territori del bacino del Trasimeno, dimostrando che tali fenomeni estremi non contribuiscono alla ricarica dei corpi idrici.”
A sostenerlo sono Gianfranco Mascia e Eva Hausegger, Portavoce Europa Verde Umbria.
“Questa situazione – aggiungono Mascia ed Hausegger – mette in evidenza la gravità della crisi climatica anche nella nostra regione. L’agricoltura è in crisi e la carenza di acqua sta diventando sempre più preoccupante. È necessario che la giunta regionale prenda immediati provvedimenti per affrontare questa emergenza. Paradossale che, come ha spiegato il ministro Fitto oggi, solo il 30% dei fondi messi a disposizione per affrontare l’emergenza siccità risulti essere stato utilizzato finora. Chiediamo alla Presidente Tesei di spiegare il motivo di questo sottoutilizzo”.
“Come Europa Verde Umbria – sostengono ancora gli ecologisti – invitiamo la giunta regionale a investire immediatamente le risorse disponibili in interventi strutturali per mitigare la carenza d’acqua e tutelare questo bene fondamentale. Proponiamo interventi mirati come la creazione di invasi diffusi, che trattengano l’acqua per conservarla e distribuirla in modo razionale ai cittadini, all’industria e all’agricoltura. Queste opere devono essere a basso impatto ambientale, costruite senza l’uso di cemento, sotto forma di laghetti in equilibrio con il territorio, privilegiando il completamento e il recupero delle strutture già presenti. Altri aspetti importanti sono legati a un approccio diverso nell’agricoltura (altre colture, l’uso di distanziatori cespugli o alberi fra i campi) e alla limitazione di estrazione di acque profonde per imbottigliamento, pratica che abbassa il livello delle falde acquifere. Questi interventi non solo aiuteranno a risolvere la crisi idrica, ma contribuiranno anche alla resilienza del nostro territorio difronte ai cambiamenti climatici in corso. L’acqua è un bene essenziale e va protetta e gestita con la massima cura e responsabilità”.