Amarezza è stata espressa dagli organizzatori della raccolta firme per rendere l’eutanasia legale per la bocciatura da parte della Consulta che ha dichiarato il Referendum inammissibile.
“Una brutta notizia per la democrazia” l’ha definita Marco Cappato dell’associazione Luca Coscioni.
Questo, invece, il post pubblicato da Alessandro Gentiletti, della cellula ternana dell’associazione Coscioni.
“Agli oltre seimila ternani che questa estate sono venuti ai nostri gazebo ed in particolare ai tantissimi giovani che si sono mobilitati con entusiasmo, amore per la vita e per i diritti di tutti: grazie.
Speranza e ottimismo non sono la stessa cosa – diceva Havel. La speranza non è la certezza che una cosa andrà a finire bene ma la convinzione che ha senso a prescindere dal risultato.
La nostra battaglia è stata carica di speranza e lo è ancora. E’ mossa dalla passione per la libertà, senso profondo e fine ultimo di ogni impegno politico.
La nostra sfida non solo non finisce qui ma si rafforza e continuerà, con ancora più determinazione. Al fianco dell’Associazione Luca Coscioni, delle tante e tanti cittadini che non si rassegnano alla sopraffazione e si impegnano contro le ingiustizie.
Terni ha dimostrato di essere una comunità viva, attiva, libera dai condizionamenti della partitocrazia e dal fanatismo ideologico di una rumorosa minoranza.
Batte forte in città il cuore dei diritti e su questa strada ci troveremo e ci troveranno ancora!”
“Quella dopo la decisione della Corte costituzionale è stata una sera di lacrime, per me e per tanti malati come me. Sono assolutamente allibita, arrabbiata e distrutta” .
Lo ha dichiarato Laura Santi, 46 anni, di Perugia, affetta da sclerosi multipla progressiva.
“La politica oggi ha paura dei temi divisivi – ha aggiunto – basta vedere le non riforme che fanno e le leggi sui diritti civili regolarmente affossate, come il ddl Zan e come sarà per la legge sul suicidio assistito che non, e ripeto non, sostituirà mai, ammesso che vada in porto, l’ eutanasia attiva perché rappresenta una restrizione molto discriminatoria della sentenza Cappato già applicabile. Se non sei attaccato a un macchinario dal quale dipende la tua vita non potresti mai arrivare alla morte. Quindi è una legge che fanno solo per far vedere che se ne occupano e comunque è probabile che sarà pure affossata”.“Parlo da malata vulnerabile , una di quelle persone che la sentenza dice di voler tutelare. Ma come posso io, persona malata, vulnerabile e debole, essere tutelata da una sentenza che ti tiene prigioniera, non ti dà il diritto di scegliere e non ti dà libertà?”.
“Io – sostiene ancora Laura Santi – sono malata di sclerosi multipla da 25 anni e oggi ho bisogno di assistenza continua h24. Io in realtà voglio vivere. Però due domande me le faccio. Perché la malattia, oltre che la paralisi, la fatica, la spasticità, l’incontinenza, i dolori, è una malattia molto crudele la nostra. Voglio essere libera di decidere, se mai le cose si mettessero veramente male di decidere della mia vita, nella speranza che la vita mi smentisca. Ho bisogno di una porta da poter aprire come anche no.”