“L’incontro di oggi conferma che la Provincia sta indiscutibilmente svolgendo un ruolo di presidio e tutela degli interessi del territorio Ternano e dell’Umbria Sud”. A dirlo è il vice Presidente Francesco Maria Ferranti facendo riferimento all’incontro di oggi tra il Presidente Stefano Bandecchi, la Presidente della Regione Stefania Proietti e il direttore regionale a Salute e Welfare Daniela Donetti sull’ospedale di Terni.
“Il ruolo che sta giocando l’amministrazione provinciale sulla sanità – sottolinea Ferranti – è evidente e strategico per quanto riguarda l’infrastruttura stessa, cioè l’ospedale di Terni, che dovrà essere efficiente e all’avanguardia così da poter mettere i nostri ottimi professionisti nelle migliori condizioni per poter operare con strutture, dotazioni, risorse e mezzi adeguati e moderni.
Con l’incontro di oggi – aggiunge il vice Presidente – si è di fatto ufficializzato che Provincia, Comune di Terni e Regione lavorano insieme per la realizzazione del progetto del nuovo ospedale di Terni, confrontandosi e parlando anche con il Governo nazionale per reperire le risorse necessarie legate alla legge 67/88.
Quello di oggi – puntualizza – è un primo importante passo in avanti sul quale dobbiamo insistere e che segna un’inversione di tendenza rispetto alle dichiarazioni della Giunta regionale fatte circa un mese fa nell’incontro di Cardeto dove, per bocca dell’assessore De Rebotti, fu dichiarato che l’ospedale non era una priorità.
Allo stesso modo – dichiara ancora Ferranti – sottolineo che la Provincia sta svolgendo un ruolo di cabina di regia anche sui servizi scolastici da distribuire il più possibile capillarmente sul territorio. Tanto è vero questo, che la posizione della Provincia volta a non attuare il dimensionamento scolastico che avrebbe tagliato, come invece annunciato dall’assessore regionale alla scuola, 4 plessi (3 nel Perugino e 1 nel Ternano), è diventata la posizione anche della Regione che condivide il percorso indicato dalla Provincia di Terni”.
Ferranti torna anche sulla questione pendolari collegandola al sistema di collegamenti con Roma. “I pendolari dell’Umbria – sostiene – non dovranno essere messi in condizioni critiche dettate dall’aumento dei tempi di percorrenza per andare e tornare dai luoghi di lavoro come avverrebbe con lo spostamento dei treni sulla linea lenta.
Occorre quindi un lavoro interistituzionale che tutela gli interesse del ternano, dell’Umbria sud e dell’Umbria in generale, una regione di 860mila abitanti che ha tutto l’interesse invece a ridurre a 45, massimo 50 minuti, i tempi di collegamento della seconda città dell’Umbria con Roma. Un fattore questo che potrebbe rivelarsi decisivo per la crescita e lo sviluppo della nostra regione”.