“Lo avevo promesso ai cittadini. Ho trovato delle verità abbastanza allucinanti. Sono soldi pubblici, gestiti male e soprattutto non c’è integrazione”.
Il consigliere regionale del Gruppo Misto Emanuele Fiorini tenta di fare chiarezza sullo Sprar, il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati del Comune di Terni snocciolando date e dati, documenti alla mano. Documenti che, afferma, non è stato semplice avere.
“Ho chiesto i giustificativi di spesa del 2014, 2015 e 2016 e il Comune di Terni non li aveva, li ha dovuti chiedere alle associazioni quando la dirigente dell’epoca avrebbe dovuto avere i giustificativi perché è l’ente che poi li invia allo Sprar centrale”.
E questo problema lo ha avuto anche il ministero competente.
Nei verbali della missione di monitoraggio effettuato dal Servizio Centrale del Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati relativo Progetto Disagio Mentale datati 11.7.2014 e 7.8.2018 sono state rilevate alcune criticità riguardanti, ad esempio, la mancata documentazione che chiarisca il ruolo della cooperativa Il Cerchio e della cooperativa Speranza all’interno dell’ATS che non risultano essere nella compagine degli enti gestori, l’assenza della figura dell’assistente sociale dell’Ente Locale.
Criticità emergono anche dal verbale di monitoraggio del Disagio Mentale dell’11.7.2014: l’assenza di una supervisione esterna dell’equipe, il personale coinvolto nel servizio di mediazione risulta svolgere principalmente funzioni di interpretariato senza aver acquisito le necessarie competenze.
Infine dal verbale di monitoraggio dei Minori Stranieri Non Accompagnati del 7.8.2018 si evidenzia l’attivazione, dal 2014, di solo 10 posti per minori rispetto ai 14 previsti. Inoltre si legge testualmente “il monitoraggio effettuato non solleva l’ente locale dalla responsabilità in merito al rispetto della normativa vigente in materia residenziale, sanitaria, di sicurezza antincendio ed antinfortunistica e dal rispetto dei requisiti minimi previsti dalle normative in merito ai criteri di autorizzazione ed accreditamento delle strutture”.
E Fiorini si domanda “dopo quasi 4 anni perché non è stata concessa regolare autorizzazione?”
Il contratto fra Comune di Terni e l’Ente Gestore circa il Progetto Ordinari, Posti Aggiuntivi è stato oggetto di una prima lettera spedita dal Servizio Centrale Sprar al Comune di Terni il 28.6.2018. Vi si legge che “il Comune di Terni non ha provveduto alla stipula di una convenzione per l’annualità 2016 per i posti aggiuntivi. Si chiede di produrre il provvedimento/atto amministrativo che ha consentito la prosecuzione del servizio Sprar aggiuntivi per l’annualita’ 2016 con il medesimo soggetto gestore”.
Nella seconda lettera spedita dal Servizio Centrale Sprar al Comune di Terni il 20.9.2018 si legge: “chiediamo che l’intestato ente voglia regolarizzare il rapporto corrente con l’ente attuatore e ciò sotto il profilo della correttezza dell’azione amministrativa”. E si hanno 10 giorni di tempo per rispondere.
Segue la terza lettera spedita dal Servizio Centrale Sprar al Comune di Terni il 7.11.2018 che lamenta la mancanza della documentazione richiesta e sollecita l’invio del riscontro entro il 10.11.2018.
Dopo la quarta lettera spedita dal Servizio Centrale Sprar al Comune di Terni il 10.1.2019 arriva la risposta del 17.1.2019 che assicura “la regolare esecuzione del servizio”.
Il Servizio Centrale Sprar risponde al Comune che “la mancanza di un valido titolo contrattuale inibisce la definizione contabile del progetto”. La Dirigente, allora, firma una Determina di ricognizione e attestazione. Alla fine della Determina, a penna, c’è la presa visione e attestazione per l’annualità dei posti aggiuntivi 2016 da parte dell’Ente Gestore. Siamo nel 2019.
Poi ci sono le spese.
Il Progetto Disagio Mentale del 2014 risulta avere una media 1,70 ospiti per un costo complessivo di € 201.759.32,62 di cui € 41990 di cofinanziamento. “Ciò significa, spiega il consigliere Fiorini,che i cittadini hanno speso più di 200.000 € per neanche due ospiti, circa 10.000 € (€ 9890) a persona al mese. Come è possibile?”
Per il2015, invece, la media delle presenze si attesta a 3,33 per un costo complessivo del progetto di € 227.817,62 di cui € 45.556,32 di cofinanziamento; per il 2016 la media degli ospiti è 3,25 per un costo totale di 227.987 €, 70149 € pro capite: “ogni richiedente asilo ci è costato 70149,89 € l’anno, 5845,82 al mese”.
“Hanno acquistato una stampante da oltre 3.000 euro e nel 2016 un‘altra dello stesso importo, aggiunge Fiorini, io mi auguro che a questo prezzo facciano anche le lastre. 85.000 euro annuì sono stati spesi per i canoni di affitto, parliamo del progetto per gli ordinari, per una media di 30 persone che fa circa 7.000 euro a persona. 379.000 euro annui è il costo per il personale Ati impegnato nella gestione di circa 30 immigrati solo nel 2014, che fa mille euro a immigrato. C’è poi una spesa di 4.770 euro per un qualcosa descritto solo in codice che non si sa cosa sia. Infine le spese per l’integrazione che per il 2014 sono di 7.869 euro, ma non contemplano ne corsi di formazione ne borse lavoro. Di che tipo di integrazione si tratta? Si domanda Fiorini”.
Alla luce di tutto questo carteggio la chiarezza non è certo completa.
Il consigliere Fiorini non è ancora riuscito ad avere la documentazione relativa ai lavoratori del Comune di Terni coinvolti nel progetto Sprar, se hanno ricevuto ordini di servizio in merito alle attività da svolgere, se hanno rendicontato il loro lavoro firmando le rendicontazioni.
Intanto ha annunciato un esposto in Procura.