Questa la replica dell’assessore regionale ai Trasporti, Enrico Melasecche, al servizio trasmesso ieri sera nel corso di “Fuori dal coro”, Talk politico di Rete4, suio treni a gasolio della Centrale Umbra.
“Tre giorni fa ho ricevuto una telefonata da un non meglio conosciuto giornalista di Mediaset che mi ha chiesto un’intervista sulla riapertura della Stazione di Sant’Anna. La mia disponibilità, per cultura personale, è massima con tutti perché credo che i cittadini vadano informati in modo corretto. Si sono presentate tre persone, domande e risposte chiare ed esaustive. Alla fine la telecamera è stata riposta su un tavolo ma ho notato che l’operatore continuava di soppiatto a riprendermi mentre venivano reiterate domande incalzanti e provocatorie e, senza consentirmi alcuna risposta, il giornalista evidenziava una chiara volontà di colpire per partito preso. Una sorta di fucilazione sommaria senza processo. Ho cercato di rispondere punto per punto spiegando quanto la giunta Tesei ha ereditato e quanto ha prodotto in soli due anni di eventi negativi eccezionali quali il covid, l’aumento abnorme dei prezzi dei materiali, infine la rarefazione dei materiali da costruzione come il ferro ed il cemento, essenziali per la ricostruzione di una ferrovia, come siamo riusciti a fare con la tratta Ponte san Giovanni – Sant’Anna. Era una trappola preparata in piena regola. Ho visto il promo del servizio e poi il servizio. Credo che qualsiasi umbro di destra, di centro, di sinistra, ne possa dare un giudizio obiettivo rispetto al lavoro enorme che da due anni in qua si sta svolgendo. Un servizio giornalistico che ritengo lesivo non tanto della mia persona (ho sufficiente esperienza di querele politiche ed agguati del genere…), ma dell’immagine dell’Umbria e della verità storica. Tutte o quasi le mie risposte sono state scientemente tagliate con un unico chiarissimo obiettivo: la denigrazione. Credo che il giornalista che ha svolto il servizio non abbia fatto una bella figura, perché il giornalismo di inchiesta è ben altra cosa. Tuttavia per amore di verità ho chiesto alla redazione di quella trasmissione il diritto di replica, altrimenti dovrò esperire altre strade che la legge mi consente. Attendo in queste ore la risposta. L’aspetto che però mi fa sorridere è la povertà politica ma anche umana di coloro che in questi giorni si sono affannati in una gara al ribasso di menzogne, di schizzi di fango nel tentativo ridicolo di maramaldeggiare, evidenziando acidità e veleni ben oltre il normale confronto politico fra avversari. Ha cominciato il Segretario Regionale del PD, Tommaso Bori, che si è precipitato ad indire una pre conferenza stampa nella palazzina della Stazione di Sant’Anna.
Forse voleva avere una sorta di diritto di primogenitura nella conclusione dei lavori di ricostruzione che, quale neo assessore al ramo, ho ripreso in condizioni drammaticamente bloccati. Eredità di un partito come il PD, che ha sicuramente il merito ambientale di aver fatto crescere migliaia di pioppi piuttosto che far transitare i treni a gasolio che da tempo immemorabile sono attivi in quella tratta e nella stazione di Ponte San Giovanni dove alcuni abitanti, soltanto adesso si sono svegliati dopo che per decenni hanno sopportato di tutto. Peccato si siano dimenticati stranamente le responsabilità di chi in tanti anni ha combinato disastri, a cominciare da quello di bloccare i 4 Minuetto ad Umbertide.
Cosa ha fatto per di più il giovane segretario del PD? Ha firmato l’esposto delatorio al CORECOM contro la Giunta regionale, responsabile questa di aver riaperto Sant’Anna e, dimentico che il sottoscritto ha mandato l’invito a tutti i 20 consiglieri regionali, a cominciare da quelli delle opposizioni, ha dichiarato che a quella doverosa riapertura il giorno precedente quella della scuola, erano presenti alcuni consiglieri di maggioranza, avendo ben organizzato lui l’assenza di quelli del suo partito. Giocare a mosca cieca con le istituzioni non è bello, non è elegante ma soprattutto dimostra di aver perso la lucidità che un segretario del maggior partito di opposizione deve comunque avere per riconquistare la fiducia di centinaia di migliaia di umbri. Ha fatto seguito a questa campagna di odio un certo segretario della FILT CGIL che dichiara cose incredibili, proclama scioperi a mitraglia, tanto lui il lavoro lo fa fare agli altri, offende, pretende addirittura che la Regione faccia vincere la gara prossima del TPL a chi vuole lui! Situazione questa che sta diventando sempre più imbarazzante e che credo necessiti di attenzione da parte di chi ha come compito di vigilare sulla correttezza che in questi anni nel settore Trasporti non c’è mai stata.
Ultima in questa sequela di lamentazioni la capogruppo del PD, Simona Meloni, che nello spirito garantista che contraddistingue lei ed il suo partito, ovviamente solo quando si tratta dei propri dirigenti che hanno dato magnifica prova di sé sia sulla FCU, che sulle altre tre società di Trasporto regionale, farcite come bignè di politici incompetenti, ha preso per oro colato una intervista che anche un bambino rileva essere indecente. Sono contrario a querelare per ragioni politiche chicchessia, avendone subite dal PD e da suoi accoliti ben sette, tutte respinte in modo inequivocabile dai pubblici ministeri. Che il PD e cespugli vari siano ridotti alla disperazione, che i risultati delle ultime elezioni politiche obblighino alcune formazioni ad elaborare più di un lutto è evidente anche agli stessi dirigenti, ma, per avere rispetto è indispensabile che lo portino.
Soprattutto a chi sta lavorando molto seriamente a migliorare le sorti dell’Umbria in settori in cui troppe promesse erano da loro state fatte, troppi disastri sono stati combinati. Oltre naturalmente a qualche processo contabile e penale in corso, a carico di coloro che la sinistra aveva nominato quali campioni di competenza, di onestà, di trasparenza…..fortuna che erano i migliori”.