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Giammarco Urbani è il nuovo capo degli industriali ternani. Succede a Stefano Neri.
Urbani , 41 anni, siede su quella poltrona che fu già di suo padre, Bruno, fra il 1983 e il 1987.
“Che si producano tartufi, gelati o componenti per elicotteri plastiche, energia o servizi logistici – ha detto Urbani – gli ingredienti delle aziende ternane sono più meno gli stessi.Che sono i temi della competitività, dell’innovazione, della presenza nei mercati esteri, della finanza per la crescita, della cultura d’impresa, delle infrastrutture. Argomenti che da sempre costituiscono il cuore della vita associativa, e che sono stati declinati negli anni in funzione delle diverse condizioni di contesto.”
“Se oggi, nonostante le difficoltà, l’industria di Terni e Narni esprime ancora vere eccellenze industriali nei più disparati comparti manifatturieri lo si deve anche al lavoro di Confindustria e di chi l’ha guidata. Rivolgo perciò parole di gratitudine agli amici che negli ultimissimi anni hanno presieduto l’Associazione. A loro va il nostro riconoscimento ed un affettuoso saluto: Umbro Bernardini, Stefano Neri”, ha affermato ancora Urbani.
“L’azione associativa che intendo svolgere si porrà in una logica di continuità con gli indirizzi ed i programmi sviluppati fino ad ora, e cercheremo di confermare la leadership territoriale che abbiamo saputo conquistare con l’autorevolezza delle idee. Sarà fondamentale portare avanti il progetto di rilancio della manifattura di Terni e Narni; valorizzare il ruolo insostituibile delle multinazionali; sostenere la crescita delle medie imprese resilienti, rafforzare le giovani esperienze industriali ad alto potenziale di crescita. Dovremo impegnarci per consentire a Terni di riconquistare nell’era dell’industria 4.0 la medesima leadership che esercitò in passato in occasione della seconda rivoluzione industriale.”
Con efficacia, Urbani ha poi sottolineato che Terni “Non è una città del ricordo. Sarà una città dell’avvenire.”
“Cercheremo di essere leader della manifattura intelligente v- ha ribadito il presidente di Confindustria Terni – definiremo con i colleghi che condivideranno con me la guida dell’Associazione un programma di lavoro che ci aiuterà a raggiungere questo importante obiettivo. Credo che sia questa la prospettiva in cui collocare in maniera armonica i programmi, le azioni e le risorse per rilanciare il nostro territorio, che non vuole giocare una partita in difesa, ma vuole, ed ha le possibilità per farlo, ricostruire un protagonismo industriale che è alla nostra portata. ”
I quattro pilastri per l’azione della Sezione di Terni di Confidnustria Umbria per il prossimo biennio.
Continuità
Nell’istituzione, come nelle imprese, c’è sempre una storia da salvaguardare, un valore da tutelare, un filo conduttore da seguire. Bisogna essere rispettosi di quanto è stato fatto da chi ci ha preceduto ed assumere la responsabilità di portarlo avanti senza stravolgerlo, ma aggiungendo valore. Quindi parallelismo tra quanto siamo abituati a fare nelle imprese e quanto occorre fare nell’associazione. Continuità intesa come attaccamento alle proprie radici indispensabile per andare avanti con intelligenza.
Creatività
L’ancoraggio ai valori e ai principi che hanno fatto grande la nostra trazione associativa non deve essere però una gabbia che ingessa i movimenti. La continuità deve andare di pari passo con la creatività, per declinare in termini nuovi le risposte alle esigenze mutevoli delle aziende associate e del territorio.
Creatività che quindi vuol dire fare lanciare nuovi progetti, perseguire nuove priorità, trovare soluzioni originali ai temi tradizionali di Confindustria, in maniera tale da declinare localmente il nuovo profilo associativo proposto dal presidente Cesaretti ad Assisi nel 2015.
Conoscenza
Conoscere prima di agire. Questo è indispensabile. Un’azione efficace di rappresentanza degli interessi e di interlocuzione politica non può prescindere dalla conoscenza dettagliata della realtà su cui operiamo. La Sezione di Terni rappresenta un territorio che ha le sue complessità, che debbono essere analizzate per coglierne la ricchezza. Definizioni troppo sbrigative di area di crisi, oppure di luogo di sole multinazionali o di sud dell’Umbria non rendono giustizia dei tanti volti della città multiforme in cui coesistono storie e prospettive non assimilabili a schemi standard.
Collegialità
La forza associativa è proporzionale alla partecipazione, non si fonda solo sui dati relativi agli iscritti ed ai dipendenti ed al fatturato che questi esprimono, ma alla reale partecipazione alla vita di Confindustria. Il grande vantaggio competitivo di cui dispone l’organizzazione è di poter unire i protagonisti della vita economica della Sezione e di farne confluire le forze e le energie verso fini condivisi.
Questo richiede partecipazione, intensa vita associativa, confronto continuo con la base.
Principi che saranno applicati fin dalla definizione del programma di mandato, che deve essere sviluppato dal gruppo dirigente tenuto conto degli indirizzi che ad esso intende dare la presidenza.