Sull’inchiesta che sta investendo il Comune di Terni interviene l’ex assessore alla cultura, Giorgio Armillei.
Lo fa, come d’abitudine, con un post pubblicato sul suo profilo facebook.
Questo l’intervento di Giorgio Armillei.
Ancora una “micidiale sinergia” – come usa dire Piero Tony, un magistrato che ha scritto pagine cristalline sulla gogna giudiziaria – tra spettacolarizzazione delle indagini e sommaria proclamazione di giudizi. Una sinergia della quale non possiamo certo imputare i professionisti dei media che fanno il loro mestiere. Qui ancora una volta viene in discussione l’equilibrio tra i poteri pubblici e l’effettività delle garanzie dei cittadini. Due principi sui quali si fondano le istituzioni liberali nate per tutelare in primo luogo i diritti individuali della persona.
Il primo impone che nessun potere abbia troppo potere. Non ci sono poteri naturalmente corrotti e poteri naturalmente incorrotti: ci sono invece rimedi moderati e controllati contro il possibile abuso dei poteri, di tutti i poteri. L’equilibrio tra i poteri è l’architrave della moderazione. Se gli uomini fossero tutti angeli non ci sarebbe bisogno né dei poteri né dei governi, diceva Madison uno dei padri della costituzione americana. Purtroppo nessun uomo è un angelo, neppure tra chi dirige ed effettua le indagini.
Il secondo principio impone che l’onere che si impone ai cittadini oggetto di attività investigativa sia ragionevole e proporzionato, sotto ogni punto di vista. Ad esempio in relazione alle modalità di svolgimento delle indagini, soprattutto sotto gli aspetti più facilmente mediatizzabili, e nel ricorso a strumenti investigativi particolarmente intrusivi. Ovviamente anche quando si tratta di pubblici funzionari che se hanno il dovere di servire esclusivamente l’interesse pubblico non per questo perdono i loro diritti.
Il contesto ambientale di questa città sembra disporre in modo difettoso di questi due principi: sia quello dell’equilibrio, sia quello della ragionevolezza e proporzionalità. E questo sembra tanto più vero in queste ultime ore. Terni ha bisogno di altro: il suo futuro se lo deve scegliere nel dialogo comunicativo e nel discorso pubblico, nel confronto e nel conflitto. La giustizia spettacolo non crea futuro.