Il Comune di Narni ha scelto uno spettacolo teatrale in diretta streaming per celebrare, mercoledì 27 gennaio, la Giornata della Memoria. Lo spettacolo, che andrà in onda alle ore 19 sulla pagina facebook del Comune di Narni, si intitola “Nella memoria” per la regia di Germano Rubbi, anche attore insieme a Maria Luigia Grisci, Carmen Gabriela Marin e Paolo Pinelli e musiche originali di Francesco Verdinelli.
“Celebrare il giorno della memoria non è un esercizio rituale ma un riaffermare ogni volta l’importanza di valori come il rispetto fra gli esseri umani e la libertà personale”, afferma l’assessore comunale alla cultura Lorenzo Lucarelli spiegando anche la scelta di realizzare un manifesto che riporta una frase di Liliana Segre ispirata dal disegno originale di Doris Weiserovà, una delle bambine del campo di Terezìn.
“La farfalla gialla rappresenta la liberà e il fatto che voli sopra i fili spinati è anche un monito a che quei fili non tornino più e che ogni uomo possa sempre librarsi nel cielo libero e uguale agli altri”.
La trama dello spettacolo. “La Memoria non si insegna. Conviene partire dagli eventi della Storia e discutere intorno ai contenuti e alle loro possibili interpretazioni. Soltanto dopo, alla fine, tutto questo può diventare memoria non banalizzata, ritualizzata e “celebrata”. In quest’ottica la cultura diviene il più efficiente ed immediato “tramite” mediante il quale è possibile ricordare gli errori del passato.
Ecco allora che il teatro, con la sua capacità di parlare direttamente agli spettatori, seppur in un periodo fortemente limitativo come questo, ci aiuta a capire meglio cosa è stato l’Olocausto, a partire dalla presentazione di brani di chi lo ha vissuto o raccontato da un punto di vista interno; sia esso vittima che carnefice.
L’idea è quella di presentare delle letture. I brani sono raccolti da testimonianze dirette dei sopravvissuti e dei carcerieri dei campi di sterminio. La presenza degli attori attraverso la loro voce, unita ai movimenti della coreografa, si propagherà nel “vuoto fisico” (ma non emotivo) del teatro che, in questo modo, rappresenterà un amplificatore di sicuro effetto in grado di trasportare lo spettatore, presente nell’etere comunicativo del web, nel mondo surreale del campo di concentramento: “luogo-non luogo” al pari del teatro vuoto, di un’azione che rimarrà per sempre impressa”.
I bambini di Terezín erano quasi 15.000 minori ebrei che tra il 1941 e il 1945, vissero nel campo di concentramento di Theresienstadt. Nonostante la fame, le malattie e le molte privazioni, sotto la guida di alcuni pedagogisti prigionieri con loro nel campo, hanno lasciato tracce sorprendenti della loro creatività e voglia di vivere. Disegni, racconti, poesie, musica, prima di essere quasi tutti deportati a gruppi nei ghetti della Polonia e quindi direttamente nei campi di sterminio di Treblinka e Auschwitz.