“Ventiquattro”, come i giorni d’isolamento in zona rossa trascorsi dai cittadini di Giove dal 10 aprile al 3 maggio scorso, nel pieno della fase più acuta della pandemia di Coronavirus.
A circa tre mesi e mezzo dall’ordinanza della regione Umbria che ha sancito la riapertura dei confini comunali, arriva un documentario che ripercorre l’esperienza dei giovesi all’interno del territorio dichiarato off limits, con racconti e immagini esclusive direttamente dal cuore dell’emergenza.
A realizzare l’opera è Michelangelo Garrone, montatore con esperienze di prestigio in ambito cinematografico (tra cui una collaborazione con Gabriele Salvatores). Il suo lavoro parte da un’idea del giornalista Alessandro Castellani e dell’esperto di comunicazione social Francesco Paris, che durante e dopo la zona rossa hanno raccolto le testimonianze e i momenti più significativi della vita in isolamento.
Tutti e tre i curatori di “Ventiquattro” abitano a Giove, quindi hanno avuto modo di toccare con mano giorno dopo giorno la gravità della situazione, sia a livello sanitario che socio-economico.
“Man mano che passava il tempo – raccontano i tre responsabili del progetto – ci siamo resi conto che, nostro malgrado, a Giove stavamo vivendo qualcosa di veramente eccezionale rispetto a tutti gli altri comuni dell’Umbria e forse dell’intero Centro Italia. Qualcosa di cui resteremo testimoni per tutta la nostra vita. Per questo ci siamo sentiti di dover costruire insieme un racconto organico di quei 24 giorni, delle difficoltà che la comunità giovese ha vissuto, ma anche di come ha saputo reagire e fronteggiarle”.
Il documentario, oltre a mostrare scene di vita quotidiana durante il periodo della zona rossa, lascia spazio alle parole dei personaggi che, a vario titolo, hanno simboleggiato i giorni dell’emergenza a Giove. Tra questi il sindaco Alvaro Parca, il consigliere regionale umbro Daniele Nicchi, il sindaco di Attigliano Leonardo Fazio, i docenti universitari Giuseppe Schinaia e Rita Benigni, il coordinatore della Funzione associata della protezione civile del Sud-ovest orvietano Giuliano Santelli e il medico Maria Giovanna Berti.
Dal 24 marzo al 23 maggio, giorno in cui la città è tornata Covid free, Giove ha contato complessivamente 52 casi positivi al Coronavirus, 2 decessi e 319 persone in isolamento. Nel corso del periodo zona rossa, la comunità locale è stata sottoposta a una campagna di controlli a tappeto condotta dall’ASL, che ha effettuato complessivamente oltre 1.400 tra tamponi e test sierologici (su circa 1900 abitanti).
La prima proiezione pubblica di “Ventiquattro” si terrà domenica 23 agosto alle 21,30 in piazza Trento e Trieste, nell’ambito del festival artistico-culturale “Giove libera tutti”, l’unico evento organizzato in città per l’estate 2020 grazie alla partecipazione congiunta di molte associazioni del territorio e col patrocinio del Comune.
Il festival, programmato su due serate, si aprirà sabato 22 alle 18,30 con lo spettacolo “La scatolavisione” e si chiuderà domenica alle 23,30 col concerto dell’Artista e i Fondi bianchi.
La proiezione di “Ventiquattro”, così come tutti gli altri appuntamenti di Giove libera tutti, è a ingresso libero fino a esaurimento posti nel rispetto delle normative sanitarie per la prevenzione del contagio da Coronavirus.