La situazione in pratica è come l’anno passato: la qualità delle acque è abbastanza buona ma persistono delle criticità, quelle di sempre. È quanto emerge dai dati dei monitoraggi scientifici sulle sponde del lago di Piediluco effettuati da Goletta dei Laghi, campagna nazionale di Legambiente a tutela dei bacini lacustri italiani – in collaborazione con il Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati e Novamont. Quindi, tutti i campioni risultano non inquinati.
“L’obiettivo del monitoraggio effettuato dai tecnici della Goletta dei Laghi – ha dichiarato Lucia Coscia della squadra tecnico-scientifica – è quello di individuare i punti critici, con particolare attenzione alle situazioni in cui intravediamo un rischio più elevato di inquinamento, in particolare batteriologico di origine fecale per la presenza di scarichi abusivi o insufficiente sistema di depurazione. Analizziamo quindi il carico batterico derivante da scarichi non depurati, che minacciano la qualità delle acque”. I problemi di Piediluco rimangono legati all’ecosistema e riguardano l’apporto di materiale organico che viene dal canale del medio Nera e dalla provincia di Rieti, quindi dal Velino, che causa l’eutrofizzazione del lago. Ma c’è anche il problema dell’utilizzo a fini idroelettrici delle acque, una delle concause delle frane che si sono verificate in alcune zone del centro di Piediluco.
Nonostante ciò soddisfazione per i risultati del campionamento microbiologico è stata espressa dal presidente di Legambiente Umbria Alessandra Paciotto che comunque invita a “non abbassare la guardia, cullandosi sugli allori. È indispensabile continuare sulla via del confronto allargato e della buona progettazione”.
Per questo è stata ribadita dalla necessità di avviare politiche integrate che riguardino sia la tutela della risorsa idrica, garantendone qualità e quantità, sia la salvaguardia degli habitat naturali del lago e delle sue sponde.