La clamorosa svolta europeista di Matteo Salvini fa della Lega uno dei partiti più entusiasti del nascente governo tecnico-politico guidato da Mario Draghi.
Ospite di Mario Giordano a “Fuori dal coro” su Rete4, Salvini ha detto: “Se avere ministri tecnici o politici è una scelta che spetta al professor Draghi e che io rispetterò.
Se mi si chiede di far parte di una squadra io, per carattere, la partita me la gioco, non sto in panchina a guardare gli altri e a criticare se qualcosa non funziona. Se mi venisse chiesto di dare il mio contributo, per quelle che sono le mie competenze, non mi tirerei indietro”.
“In questo momento di emergenza – ha aggiunto l’ex ministro dell’interno -usiamo la ruspa per i cantieri, per costruire, costruire,costruire”.
Quanto al programma del futuro del governo Salvini ha detto: “”La salute non è di destra o di sinistra, il diritto al lavoro e il taglio delle tasse non hanno colore politico. Anche sull’ immigrazione usiamo le politiche che fanno gli altri Paesi europei”.
E ha ribadito: “si tratta di fare poche cose e farle in fretta, piano vaccinale, potenziamento degli ospedali, riapertura in sicurezza di scuole e università, taglio di tasse per quanto possibile, taglio della burocrazia per far ripartire i cantieri fermi, già questo sarebbe miracoloso farlo in pochi mesi”.
Salvini ha detto che in questo momento serve unità, serietà e concretezza “poi col PD torneremo a dividerci”.
Si è augurato il ripristino di un ministero, quello per la disabilità.
Uscendo dalla consultazione con Draghi, Salvini era apparso molto soddisfatto. Aveva parlato di incontro “particolarmente stimolante”. Su alcuni punti c’è piena sintonia con Draghi: “no all’austerità, le politiche italiane sull’immigrazione di stampo europeo, sulle alleanze internazionali nessuno dubbio che l’Italia debba guardare all’Occidente e alle libertà dell’Occidente senza essere tifosi di altri regimi che di democratico non hanno nulla, apertura di tutti i cantieri fermi”.