L’impatto dei costi dell’energia sulla competitività delle imprese italiane dell’acciaio rischia di essere “irreversibile”.
I nuovi incentivi in Germania cambieranno “per sempre la competitività relativa tra le manifatture dei diversi Paesi, danneggiando enormemente l’industria italiana”.
L’allarme è lanciato dal presidente di Federacciai e Duferco, Antonio Gozzi, in un’intervista all’agenzia di stampa ANSA che rilascia il giorno dopo in cui un nuovo intervento del Tar della Lombardia ha scongiurato il blocco della fornitura di gas agli stabilimenti ex Ilva di Acciaierie d’Italia per i mancati pagamenti. Il provvedimento è valido fino al 10 gennaio 2024.
Le imprese italiane aspettano ancora le norme gas release ed energy release per calmierare i prezzi, che sono state varate nel 2021 e non ancora applicate. Intanto la Germania ha annunciato un taglio delle tasse sull’energia per 12 miliardi all’anno e la garanzia alle imprese di un costo di 70 euro a megawattora (contro i 129 euro in Italia).
Si tratta, a giudizio di Gozzi, di “un cambio radicale ed un attacco diretto al paradigma del mercato unico europeo”.
Anche in Francia è atteso a breve un accordo del governo con con Edf, la principale azienda energetica del Paese, che garantirà 270 Terawattora di energia nucleare alle imprese ad un prezzo di 70 euro a MWh”.
Il prezzo per le imprese italiane continuerà ad essere il più alto d’Europa, già oggi superiore del 30% rispetto a Germania e Francia”, sottolinea il presidente di Federacciai.
Lo svantaggio competitivo rispetto ai concorrenti internazionali si somma al quadro incerto nazionale con il decreto Energia ancora bloccato al ministero dell’Ambiente. In queste condizioni, per Gozzi, “nessuna impresa è in grado investire sul futuro”.
Gozzi chiede quindi al governo di sbloccare con un decreto e con “estrema urgenza” le misure di Gas Release ed Energy Release e di proporre una revisione della norma sulle compensazioni della CO2.
Guardando all’Europa, Gozzi spera in una rinnovata politica industriale comune, con la nuova commissione, che potrebbe avere
proprio l’energia come banco di prova. Due sono gli esempi citati: Italia e Germania potrebbero essere aiutate dalla Francia per installare i reattori nucleari di nuova generazione e le industrie italiane e tedesche ad alta intensità energetica potrebbero concludere contratti a lungo termine con Edf per l’elettricità nucleare decarbonizzata.