Non c’è dubbio che la bellissima Jennifer Lopez, la cantante, attrice, produttrice americana di origini portoricane, sia molto più popolare e più attraente di una signora di 90 anni, sopravvissuta ai campi di sterminio nazisti, Liliana Segre, però a tutto c’è un limite.
Non si può sentire che un consiglio comunale, per bocca del suo sindaco, quello di Gualdo Cattaneo respinga la cittadinanza onoraria a Liliana Segre con la motivazione “non può essere cittadina onoraria di Gualdo Cattaneo perché non ha legami storici con il territorio, non rappresenta il nostro Comune, non ha vissuto qui” e poi vedere lo stesso sindaco Enrico Valentini scrivere una lettera-invito a Jennifer Lopez affinché si trasferisca a vivere a Gualdo Cattaneo elencandole tutte le caratteristiche del luogo, dalla “gianna” che tira, al tartufo bianco e nero, le lumache alla pomontina, la porchetta, la frittella di Pozzo, il presepe di Marcellano.
Secondo Gualdo Cattaneo Civica, lista di opposizione : “Purtroppo si è persa la grande occasione di prendere ufficialmente le distanze da quello che è stato il periodo più nero della nostra Storia, conferendo un riconoscimento ad una donna che è sopravvissuta alla Shoah e che porta addosso i segni di quella terribile persecuzione, che è testimone e interprete di valori conquistati con il sangue e che restano intoccabili, come la democrazia e l’opposizione a qualsiasi discriminazione”.
Secondo Tommaso Bori, consigliere regionale del PD, ““Non c’è senso del pudore e tantomeno del ridicolo quando si nega la cittadinanza onoraria a Liliana Segre, perché non ha legami storici con il territorio, ma si invita invece la cantante Jennifer Lopez a prendere cittadinanza. Una pagina buia della storia della città e dell’Umbria – secondo Bori – dove tra le risate della maggioranza, il sindaco e i suoi consiglieri hanno bocciato una mozione che, in gran parte d’Italia, è stata adottata per riconoscere il valore di una figura come quella di Liliana Segre. Una figura di una donna che, dai campi di sterminio, ora ha fatto della lotta all’odio e alla violenza la sua ragione di vita. Proprio per questo, risulta alquanto irrispettoso e indecente parlare di ‘strumentalizzazione’ di fronte ad un atto che avrebbe riconosciuto l’universalità del suo messaggio”.
La vicenda è finita su tutti i siti di informazione.