“Stiamo valutando la querela al direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio per le dichiarazioni gravissime e diffamatorie della dignità delle Istituzioni e dell’onorabilità dei consiglieri regionali”.
È quanto dichiara il capogruppo regionale della Lega, Stefano Pastorelli, facendo riferimento “alle dichiarazioni di Travaglio, il quale, intervistato a La7 dice che ‘i referendum sono stati fatti perché 9 Consigli regionali, pieni di inquisiti che rubavano sulle note spese, hanno cercato di perpetuare i propri ladri per mandarli nei Consigli regionali al prossimo turno’, come riporta Il Fatto Quotidiano stesso”.
“È interesse di tutti i consiglieri regionali, dell’Umbria e delle altre Regioni a cui fa riferimento il grillino Travaglio, – aggiunge Pastorelli – tutelare in ogni sede opportuna la dignità istituzionale e personale lesa dai deliri di chi appare sempre meno lucido nelle uscite pubbliche. Invito Travaglio a consultare il casellario giudiziario dei consiglieri regionali dell’Umbria, scoprirà che nessuno degli esponenti della Lega o degli altri partiti è inquisito, nessuno ha rubato sulle note spese e tanto meno nessuno può essere definito ‘ladro’”.
“Travaglio – scrive ancora Pastorelli – dimentica che l’istituto referendario è previsto dalla Costituzione italiana e che i consiglieri regionali svolgono il ruolo di rappresentanti dei cittadini che li hanno democraticamente eletti. Convintamente abbiamo votato in Aula per l’indizione del referendum sulla giustizia e tornando indietro lo rifaremmo di nuovo, poiché continuiamo a pensare che la giustizia in Italia abbia bisogno di una seria riforma per frenare il correntismo, tutelare gli innocenti, assicurare processi brevi ed eliminare qualsiasi contaminazione politica nell’azione dei magistrati.
Insieme ai nostri avvocati – conclude – stiamo valutando azioni legali nei confronti di Marco Travaglio per dichiarazioni mendaci e fortemente lesive della dignità delle istituzioni e delle persone”.
Pastorelli fa riferimento a dichiarazioni rilasciate dal direttore del Fatto Quotidiano a Otto e Mezzo, su La7: “Non dimentichiamoci che questi non sono referendum popolari – aveva detto Travaglio – nati da una spinta della società civile su un tema particolarmente sentito, come i problemi della giustizia in generale. Erano 5 quesiti su cose molto concrete e se la gente fosse stata obbligata a votare con la pistola puntata alla tempia, probabilmente in due o tre casi avrebbe detto pure di no, perché se chiedi alla gente se vuoi arrestare i delinquenti seriali o se si vogliono far tornare in Parlamento i condannati, è chiaro che la gente ti risponde di no, non ti risponde di sì, ovviamente”.
“I referendum sono stati fatti – ha aggiunto Travaglio – perché 9 consigli regionali, pieni così di inquisiti che rubavano sulle note spese hanno cercato di perpetuare i propri ladri per rimandarli nei consigli regionali la prossima volta”. Referendum per i quali, ha ricordato Travaglio, non sono state presentate le firme da parte di Lega e Radicali che li avevano promossi.