La parrocchia di San Michele arcangelo e San Nicola di Stroncone e i frati minori che reggono il santuario dedicato al beato Antonio Vici celebrano il patrono con varie manifestazioni.
Si è tenuta l’inaugurazione del restauro della cappella del Beato Antonio presso il Santuario, a cui sono intervenuti la restauratrice Daniela Montaldo, il sindaco di Stroncone Giuseppe Malvetani, lo storico Giorgio Angeletti. Ha accompagnato l’evento l’associazione musicale “Le Contrade» di Stroncone.
Il 19 agosto alle ore 18 si terrà la messa e atto di affidamento dei bambini (i bambini presenteranno al Beato Antonio un disegno a lui dedicato); il 20 agosto alle ore 11 riconsegna dell’Autentica dello ‘zucchetto’ del Beato Antonio da parte del Nucleo dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale dell’Aquila e alle ore 18 messa e atto di affidamento delle coppie di sposi nel loro 25° e 50° anniversario di matrimonio.
Domenica 21 agosto alle ore 11 la messa nel corso della quale sarà consegnato l’attestato di merito ai portatori della Statua Pellegrina del Beato. Alle ore 18 la messa sarà presieduta da padre Pietro Messa frate minore della Pontificia Università Antonianum, con il dono della “Rosa per il Beato Antonio” da parte dell’Ente Agosto Stronconese. Seguirà la processione con la Statua del Beato Antonio per le vie del paese. La banda musicale di Stroncone A.p.s. accompagnerà l’evento.
IL BEATO ANTONIO VICI
Era il 1381 e a Stroncone, in una casa signorile situata lungo quella che oggi è via Vici, nacque Antonio, oggi patrono della cittadina che in agosto ne celebra la memoria.
Figlio di nobile famiglia, all’età di 14 anni volle seguire lo zio Fra Giovanni, vestendo l’abito religioso nel convento francescano di Stroncone, dove fece noviziato e vi emise la professione religiosa. Mandato poi a Fiesole, lì svolse anche l’ufficio di vice maestro dei novizi. Successivamente venne mandato nella Maremma Toscana, a Piombino e in Corsica, per diffondevi il movimento dell’Osservanza.
Tornò poi in Umbria, dove per trenta anni fu il questuante dell’Eremo delle Carceri di Assisi. Proprio ad Assisi, presso San Damiano, morì il 7 febbraio del 1461, dopo una lunga vita di fede e santità. Un anno dopo dalla sua morte, il suo corpo intatto fu riesumato e posto in venerazione.
A riconoscerne il culto fu poi Papa Innocenzo XI, il 28 giugno del 1687.
Nel 1809 Padre Angelico Coletti si fece portavoce del sentimento del popolo di Stroncone, che da anni voleva riavere tra sé il corpo dell’amato beato. Nato a Stroncone il 25 luglio del 1768, Angelico divenne frate minore alla Porziuncola il 7 agosto 1783.
Per tanti anni guardiano del convento di San Francesco di Stroncone, lettore generale di Sacra Teologia, due volte segretario provinciale e tre volte definitore. Fece affrescare l’abside della chiesa di San Francesco di Stroncone e ne arricchì biblioteca e sacrestia, oltre a far rifare l’antico organo. Morì nel convento il 10 gennaio 1847.
Padre Angelico riuscì a commuovere Papa Pio VII che acconsentì al trasferimento nella chiesa di San Francesco di Stroncone. La sera del 27 agosto 1809, Padre Angelico tornò da Assisi a Stroncone, con i 20 uomini, due cavalli e 3 carretti che lo avevano accompagnato nell’impresa. Il corpo del Beato Antonio aveva fatto finalmente ritorno nella sua terra natia ed il popolo di Stroncone poteva gioire di questo evento a lungo desiderato.
Da questi fatti prendono le mosse le rievocazioni storiche ormai tradizionali dell’Agosto stronconese.