È davvero il tormentone del comune di Narni: il canile, un problema che gli amministratori narnesi non hanno mai saputo risolvere veramente e che oggi pesa come un macigno sul bilancio comunale. E pesa anche il braccio di ferro tra associazioni animaliste e la società che gestisce quello di Schifanoia, che è la struttura di riferimento per la sua qualità per l’intera regione. Ora arriva anche un’altra accusa da parte del Movimento Cinque Stelle, nelle cui file milita un’esponente che ha avuto una posizione importante nell’Enpa, l’associazione di protezione degli animali: “Non si può entrare” dicono quelli dei Cinque Stelle. Ed è stata anche la lamentela del deputato Paolo Bernini che qualche tempo fa aveva accusato la direzione del canile, la Dog Paradise, di reati gravissimi. I responsabili della Dog Paradise hanno però denunciato il deputato, il quale a tutt’oggi non ha fatto pervenire la sua dichiarazione di rinunciare all’immunità parlamentare per spiegare in tribunale l’accaduto. Adesso è stata la volta di una consigliera regionale: Maria Grazia Carboni, “la quale lo scorso ventotto dicembre, accompagnata da una guardia del Wwf, si è recata in visita al suddetto canile in orario di apertura al pubblico, ma le sarebbe stato negato l’ingresso con motivazioni apparentemente pretestuose che non sembrano avere riscontro in alcun regolamento o normativa di riferimento, necessità di arrivare munita di tuta e calzari o di una non meglio precisata assicurazione”.
La situazione dei cani ricoverati è comunque in stallo: per adesso la Dog Paradise è il riferimento dei comuni del comprensorio, Narni ed Amelia su tutti, ma anche della Asl che vi aveva trasferito gli ambulatori quando erano stati dichiarati inadeguati i propri e siccome i responsabili veterinari vi avevano “soggiornato” un tempo lunghissimo senza rilevare alcunchè, dicono i gestori, forse le cose non andavano tanto male.
Intanto il canile comunale, quello costruito sul terreno delle Conca Ternana ancora non è terminato, canile che le associazioni animaliste bramano di gestire, senza dimenticare che dovrà essere assegnato, dopo una gara di evidenza nazionale ed alla quale parteciperanno, ovviamente anche i gestori del Dog Paradise, gli unici a ben vedere pratici sul come mandare avanti una struttura del genere, al di là delle proteste.
Insomma ancora acque agitate, per quella che sembra una specie di lotta di potere anche s enon è chiaro se tutte queste battaglie siano fatte davvero per il benessere dei cani.