“Giunio Tinarelli ha lasciato a tutti noi l’esempio per trasformare una devastante malattia in occasione di redenzione e di riscatto; per trasformare un letto di dolore in una cattedra dalla quale si insegna una verità profonda e scomoda, specie ai nostri giorni: il dolore umilia la persona umana solo se vissuto nella disperazione, mentre si trasforma in occasione di forte testimonianza di fede e di coraggio, se affrontato per amore di Dio e dei fratelli”.
Così lo ha ricordato , nel 61° anniversario della morte, l’arcivescovo di Perugia, il cardinale Gualtiero Bassetti, nel corso della catechesi in Duomo, di venerdì.
“Nella sofferenza, anche quella più tragica – ha aggiunto il cardinale – ogni persona non solo può conservare intatta la sua dignità, ma può svolgere un’azione benefica verso di sé e quanti le stanno attorno. E’ difficile accettare questo per la mentalità di oggi e di ogni tempo. Perché la sofferenza mortifica, annulla, distrugge, fa disperare. E’ immenso il valore soprannaturale e persino sociale della sofferenza e dell’offerta. Nella società dell’efficienza, dell’apparenza e della fisicità, dove il dolore e la morte vengono posti ai margini o negati, tante persone malate si sentono esseri inutili, umiliati ed emarginati, tollerati come un peso, la cui vita ormai non ha più un senso, tanto da spingere addirittura alla ricerca della morte procurata”.
“Accanto al patimento fisico, c’è quello morale e quello psicologico. – ha aggiunto il cardinale Bassetti – a volte, queste diverse forme del patire coesistono, nelle persone come nella società, provocando drammi sociali enormi. E’ in questa realtà tragica che si inserisce il misterioso piano di Dio di manifestare il suo amore verso ogni creatura. Il Signore è venuto a liberarci da ogni male: da quello assoluto che è il peccato, fino alle sue manifestazioni personali e ricadute sociali. Unirsi alla passione di Cristo, è questo un tema caro al venerabile Giunio Tinarelli, sull’esempio del quale noi capiamo come la vita può avere un senso anche nella sofferenza più tragica e parimenti scorgiamo la responsabilità che tutti noi abbiamo di farci prossimo verso quanti sono nel dolore e nella malattia, ben sapendo che il Signore ci giudicherà sull’impegno che avremo posto per alleviare le sofferenze dei fratelli, di tutti i sofferenti: i poveri, gli affamati, gli assetati, gli ignudi, i forestieri, i carcerati, gli ammalati La fede, dunque- ha concluso l’arcivescovo di Perugia – illuminando la ragione umana, ci aiuta a fare la scoperta incredibile che la sofferenza viene dall’amore e porta all’amore”.
Le celebrazioni commemorative del venerabile Giunio Tinarelli si concluderanno domenica 15 gennaio alle ore 10 con il ricordo presso il Museo diocesano con la partecipazione dell’Unitalsi e del Centro Volontari della Sofferenza, e alle ore 16 la messa solenne presieduta da mons. Giuseppe Piemontese. Alle ore 20 la partenza della statua della Madonna di Fatima per la chiesa parrocchiale di Giove.