Il consiglio regionale dell’Umbria ha approvato un atto di indirizzo unitario, primi firmatari Raffaele Nevi (Forza Italia) e Gianfranco Chiacchieroni (PD) nel quale si impegna la giunta a richiedere un incontro ai vertici Thyssenkrupp in sede governativa e si chiedono misure per la salvaguardi e lo sviluppo del sito ternano.
Tutto ciò “ai fini di verificare le prospettive del sito siderurgico di Terni della Acciai Speciali Terni Spa, alla luce degli intendimenti della multinazionale circa la cessione dello stesso e a richiedere alle autorità nazionali ogni utile iniziativa legata alla individuazione ed attuazione di politiche industriali finalizzate al consolidamento ed allo sviluppo della siderurgia in Umbria ed in Italia”. Il documento è stato firmato dai capigruppo delle forze politiche di maggioranza e opposizione, con l’eccezione del Movimento Cinque stelle che ha presentato una propria mozione e chiesto poi di votare il documento dei capigruppo per parti separate, votando favorevolmente solo il dispositivo e non la parte di analisi e di contesto.
L’atto, illustrato dal capogruppo del Pd, GIANFRANCO CHIACCHIERONI, prende le mosse dalla notizia dello scorso 23 novembre, quando il Ceo della Thyssen Krupp, Heinrich Heisinger, ha reso noto attraverso l’agenzia Reuters, che Acciai Speciali Terni Spa sarebbe “l’unico asset del gruppo attualmente in vendita. La Giunta regionale – si legge nel documento – per il tramite della presidente e del vice presidente ha in pari data stigmatizzato questo atteggiamento di TK ritenendo inaccettabile che si continui ad affidare a note di agenzia comunicazioni che riguardano i futuri assetti proprietari di un sito industriale di grande rilevanza e non solo per Terni e l’Umbria, evidenziando come le istituzioni regionali e locali siano interessate esclusivamente alla messa in sicurezza del futuro del sito industriale, della sua capacità produttiva e dei suoi livelli occupazionali. Le acciaierie di Terni sono il frutto della storia industriale dell’Umbria e dell’Italia e ne rappresentano un tratto identitario in termini storici e un assetto strategico rispetto alla matrice produttiva territoriale ed alla connotazione industriale nazionale”.
Nell’ordine del giorno si ricorda che “il 20 settembre 2017 è stata data notizia della sottoscrizione di un memorandum tra la multinazionale indiana operante anche nel settore dell’acciaio Tata Steel e la Thyssen Krupp, relativo alla fusione delle attività europee dei due gruppi nel settore dell’acciaio, con la precisazione che le attività della business unit Material Service GMBH, tra cui Acciai Speciali Terni Spa, non erano interessate al progetto di joint venture. La presidente Marini e il sindaco di Terni hanno perciò trasmesso una nota in data 21 settembre 2017 al Ministro dello Sviluppo Economico con cui, in esito alla suddetta comunicazione di Thyssen Krupp, è stata richiesta la convocazione di un incontro presso il Mise con i rappresentanti di TK, per avere le opportune e necessarie informazioni circa i termini dell’accordo e le prospettive del sito siderurgico ternano alla luce delle condizioni di contesto che tale operazione determinerebbe per le produzioni dello stabilimento. Ciò in quanto la prevista costituzione del secondo polo europeo dell’acciaio derivante dall’operazione annunciata, richiede un’attenta considerazione e valutazione circa le prospettive di AST e del sito siderurgico di Terni, anche alla luce dei contenuti dell’accordo sottoscritto al Ministero dello Sviluppo e della possibile evoluzione dello scenario competitivo e di mercato derivante dalla fusione tra le attività del settore acciaio delle due multinazionali. Non è più rinviabile un incontro in sede governativa direttamente con i vertici di Thyssen Krupp, al fine di acquisire informazioni ufficiali circa gli intendimenti e le connesse prospettive future di Acciai Speciali Terni Spa e le scelte della multinazionale con riferimento alla controllata italiana, operante in un settore strategico come quello degli acciai speciali per il sistema produttivo regionale e nazionale”.
“OGGI APPROVIAMO UNA RISOLUZIONE UNITARIA IMPORTANTE, CHE DEVE FAR CAPIRE AL GOVERNO CHE BISOGNA TUTELARE LE ACCIAIERIE DI TERNI e bisogna farlo in fretta, parlando con i massimi vertici aziendali – ha detto nel suo intervento, Raffaele Nevi. Serve un nuovo proprietario il prima possibile, e non un gruppo finanziario ma industriale. Non dobbiamo più farci prendere in giro – ha aggiunto Nevi. Quella che stiamo affrontando oggi è una vicenda annunciata: dovevamo essere più attenti a verificare il patto sottoscritto nel 2014. Per non rifare gli stessi errori dobbiamo capire bene cosa è successo. Oggi tutto torna dopo le dichiarazioni di vendita. A un certo punto della storia, dopo il 2014, Thyssen Krupp ha smesso di investire sul sito di Terni. In passato ho riconosciuto a Tk di aver investito più di quello che aveva promesso. E questo ci consente di avere ancora uno stabilimento efficiente tra i migliori del mondo per l’acciaio inox. In questi 3 anni abbiamo assistito alla politica del rinvio, dello scansare gli impegni presi e scritti nero su bianco. Non ho capito perché non è stata fatta una battaglia per fare in modo che quei patti fossero rispettati. I vertici aziendali, invece, sono stati interessati solo a far apparire che il bilancio fosse in utile perché è quello che gli permette di andare sul mercato e di avere il massimo risultato sulla vendita, a discapito degli investimenti sugli impianti. A noi come comunità locale interessa invece la qualità del prodotto. La politica non ha voluto affrontare i veri temi cruciali dell’azienda. Bisogna investire sugli impianti, ma anche sulle risorse umane. Noi avevamo espressamente detto che tutto questo avrebbe portato alla vendita dell’acciaieria. Voi avete creduto totalmente a quello che diceva l’azienda, che tutto andava bene e non si voleva vendere. Oggi dobbiamo recuperare uno spirito unitario sull’Ast, tema sul quale l’Assemblea legislativa è stata da sempre protagonista. Noi abbiamo bisogno di velocità, non possiamo stare un altro anno e mezzo nel limbo. Dobbiamo chiederlo al Governo nazionale che si deve rendere conto che è la più grande azienda nazionale italiana per l’acciaio inox e la seconda in Europa. Il documento di oggi è importante e chiede di non scherzare più.
Stiamo perdendo tempo – ha concluso il capogruppo di Forza Italia – noi abbiamo bisogno che Ast abbia in tempi rapidi un nuovo proprietario che ci sottoponga un piano industriale serio. Dobbiamo fare in modo che questo impianto ridiventi uno dei più importanti impianti siderurgici del mondo. Serve un gruppo industriale e non finanziario, evitando di usare l’Ast per risolvere i problemi finanziari che Tk ha nel mondo. Auspico che ci sia una attenta vigilanza sull’attuazione di questa importante deliberazione dell’Assemblea che riguarda non solo Ast ma il futuro della nostra regione”.