Dopo il senatore della Lega Simone Pillon che aveva chiesto alla presidente della giunta regionale Donatella Tesei di ritirare il patrocinio all’Umbria Pride è la volta del Family Day a chiedere “coerenza” alla presidente.
“Prendiamo atto che la presidente Tesei non vuole ritirare il patrocinio della Regione Umbria che assegna 2000 euro al Gay pride di Perugia. Significa che l’iniziativa della Giunta non è stata una svista ma frutto di una scelta ponderata, che noi vogliamo chiamare con il suo nome: opportunismo. Non c’è infatti altro modo di definire il comportamento di chi sottoscrive la carta valoriale del Family Day in campagna elettorale – con tanto di evento organizzato dalla nostra associazione che riunì i tre leader del centrodestra Salvini, Meloni e Berlusconi presso il centro Capitini – e poi sostiene economicamente una manifestazione che nel suo manifesto ufficiale chiede la legalizzazione dell’eterologa per tutti, dell’utero in affitto e persino della poligamia, visto che si chiede di tutelare le relazioni non ‘monoparteneriali’.”
A scriverlo è Massimo Gandolfini , leader del Family Day.
“Eh no, cara presidente Tesei – aggiunge Gandolfini – la coerenza non è un orpello dell’attività politica: o si sta dalla parte di chi crede nel diritto dei bambini e delle donne di non essere oggetto di un mercimonio o si sta dalla parte di chi pretende di legalizzare il business inumano della surrogata che mortifica il rapporto primigenio della vita; o si sta dalla parte di chi crede che avere una padre e una madre sia un diritto o si sta dalla parte di chi ritiene che sia tutto relativo, in base ai desideri di un adulto. Per non parlare del fatto che questi fondi finanzieranno una realtà che chiede l’approvazione del liberticida ddl Zan, contrastato dalle forze di centro destra che compongono la maggioranza Tesei. Quelle elencate sono questioni dirimenti della nostra società che non consentono di stare con i piedi in due staffe e che nulla hanno a che fare con il dovuto rispetto delle persone omosessuali, molte delle quali non si sentono infatti rappresentate dai gay pride”.
‘Auspichiamo che avvenga subito un chiarimento nella maggioranza, anche con l’intervento dei rispettivi leader nazionali dei partiti, che nel Parlamento portano avanti battaglie di segno opposto per garantire la libertà educativa, di espressione e i diritti dei bambini. E’ ancora possibile un ripensamento – conclude Gandolfini – in caso contrario tra due anni, quando si terranno le elezioni per il rinnovo della presidenza e del consiglio regionale, non basterà qualche mancetta per i figli a carico a far dimenticare alle tante famiglie umbre questo grave errore della presidenza Tesei”.