Le teste si possono tagliare o contare. Nel 1931 il regime fascista scelse entrambe le soluzioni e impose a tutti i professori universitari un giuramento di fedeltà al Duce. Giurarono in 1238. Solo in 12 si rifiutarono, eroi per caso di un’Italia civile a cui era rimasta solo quell’estrema decenza: il coraggio di dire di no.
IL GIURAMENTO, scritto da Claudio Fava è il racconto di uno di loro, uno di quei dodici, ed è liberamente ispirato alla figura del prof. Mario Carrara. Gli interpreti sono: David Coco, Stefania Ugomari Di Blas, Antonio Alveario, Simone Luglio, Liborio Natali, Pietro Casano, Federico Fiorenza, Luca Iacono, Alessandro Romano. La regia è di Ninni Bruschetta
Lo spettacolo toccherà cinque teatri dell’Umbria: sarà al Secci di Terni giovedì 1 e venerdì 2 febbraio, al Teatro degli Illuminati di Città di Castello domenica 4 febbraio, al Politeama Clarici di Foligno mercoledì 7 febbraio, al Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti di Spoleto venerdì 9 febbraio e al Teatro Sociale di Amelia domenica 11 febbraio alle 17.
In questo racconto, il professore ha poco più di 50 anni , è ancora un bell’uomo, solitario e ironico al tempo stesso. E quando il rettore gli comunica data e prescrizioni del giuramento – fedeltà al re e al duce – Carrara capisce di non poterlo fare.
Nell’ultima scena, mentre Carrara entra nel carcere in cui ha sempre lavorato come medico e vi ritorna stavolta da detenuto (i pantaloni troppo larghi perché gli hanno tolto la cintura, i passi trascinati perché gli hanno incatenato le caviglie) gli altri professori pronunciano il loro giuramento al duce. Ligi, mansueti, rassegnati.
Il giorno dopo le cattedre dei reprobi verranno immediatamente riassegnate. Alla storia resteranno solo i nomi dei 12 che seppero dire di no a Mussolini.
Mario Carrara fu uno di loro.
Si può prenotare telefonicamente, al Botteghino Telefonico Regionale 075/57542222, tutti i giorni feriali, dalle 16 alle 20