Si intitola “Il neofascismo in Umbria 1969-1975.La commissione d’inchiesta della Regione” il libro diValerio Marinelli che verrà presentato nella Sala delle Adunanze del Dipartimento di Lettere – Lingue, letterature e civiltà antiche e moderne in piazza Morlacchi a Perugia mercoledì 4 marzo alle ore 17.30. L’iniziativa è stata organizzata dall’Istituto per la storia dell’Umbria contemporanea e
dall’Università degli Studi di Perugia.
Dopo i saluti del Direttore Dipartimento di Lettere – Lingue, letterature e civiltà antiche e moderneStefano Brufani presentano il volume Luca La Roveredell’Università degli studi di Perugiae Guido Panvinidell’Università degli studi di Bologna.
Coordina Mario TostiPresidente Istituto per la storia dell’Umbria contemporanea e sarà presente l’autore.
Tra il 1969 e il 1975, il neofascismo italiano si presenta in forme particolarmente aggressive: stragismo, golpismo, terrorismo e violenza politica mettono in tensione il paese e le sue istituzioni democratiche.
In Umbria, il neofascismo non procura morti; si esprime perlopiù nelle piazze, nelle strade, nelle scuole, all’università. Accanto ad attività politico-culturali di vario genere, manifesta la propria carica eversiva e la propria anima violenta attraverso intimidazioni, provocazioni, scontri con gli avversari della sinistra e con i tutori dell’ordine, attacchi a esponenti politici, a sedi sindacali e di partito, a simboli della Resistenza e della cultura costituzionale. Sebbene all’interno del quadro nazionale possa apparire una realtà marginale, il neofascismo umbro – soprattutto quello perugino – sviluppa nel tempo dei tratti che lo qualificano come un fenomeno tutt’altro che irrilevante. Lo scopo del volume non è solo descrivere la complessità e la parabola della “galassia nera” locale, bensì porre in luce le ragioni e le modalità di intervento che hanno contrassegnato il contributo delle Regioni alla lotta antifascista dello Stato. Ideate nella cornice delle celebrazioni per il trentennale della Liberazione e costituitesi in termini operativi all’indomani della strage di Brescia, le Commissioni regionali d’inchiesta si intestano il compito di analizzare e valutare le insorgenze neofasciste a carattere locale. Il loro lavoro si concluderà alla fine della primavera 1975. Per la quantità e la qualità dei dati reperiti e del materiale prodotto, la Commissione d’inchiesta promossa dal Consiglio regionale dell’Umbria rappresenta senza dubbio un valido caso di studio.