Respinto al mittente l’appello della Lega a sostenere la richiesta di aiuto del sindaco di Terni al governo.
Il Partito Democratico afferma che si tratta un “atto di sciacallaggio politico”. Secondo i consiglieri del PD, De Angelis e Filipponi, il sindaco “deve assumersi le sue responsabilità. Se c’è il rischio concreto di default come dice apertamente è perché quel bilancio non è veritiero.”
“La lettera del sindaco di Terni Latini al presidente del Consiglio dei Ministri Conte è un atto di sciacallaggio politico. Non si può usare la scusa dell’emergenza Covid 19 per coprire le proprie mancanze, i propri opportunismi politici. Il PD in questa città si è assunto le sue responsabilità in merito al dissesto e ha voltato pagina. È ora che il sindaco Latini non si nasconda dietro al passato degli altri ma si assuma la responsabilità del suo presente, come stanno facendo tanti suoi colleghi insieme all’Anci. È chiaro – sostengono De Angelis e Filipponi – che lui non chiede solo di superare il dissesto lui pretende anche, soprattutto, di soprassedere al piano di risanamento, al bilancio stabilmente riequilibrato approntato e approvato dalla attuale amministrazione. Oggi riteniamo debba assumersi le sue responsabilità. Se c’è il rischio concreto di default come dice apertamente è perché quel bilancio non è veritiero. Con grande senso di responsabilità e con molta umiltà lo abbiamo segnalato a suo tempo in consiglio comunale, chiedendo al sindaco di annoverare nel piano cifre corrette e soprattutto di rispettare le procedure del dissesto inserendo correttamente non solo le passività di precedenti gestioni e relative coperture ma gestendo anche correttamente i tanti milioni di euro di fondi attivi, ovvero per fare solo alcuni esempi residui di mutui per oltre 13 milioni, risorse di agenda urbana per oltre 9 milioni e quelle del piano periferie per 13 milioni, oltre ai fondi destinati dalla Regione per gli attrattori culturali, per il Teatro Verdi, ecc. Questo non si è voluto fare perché occorrevano all’amministrazione Latini fondi per finanziare cantieri – peraltro tutti ancora in alto mare – in vista della campagna elettorale per le regionali dell’allora assessore ai lavori pubblici. Abbiamo segnalato anche l’uso improprio degli anticipi di tesoreria. Siamo stati zittiti e insultati.
La verità è che questa amministrazione ha fatto un grande uso di denaro pubblico, lo ha fatto per pagarsi quasi mezzo milione di euro l’anno di indennità personali, tra stipendi lordi, ed Irap, lo ha fatto per le consulenze, lo ha fatto parcellizzando tante risorse dalle giornate di lettura, ad appuntamenti che nulla hanno portato se non benefici per gli organizzatori.
Chiediamo al sindaco di non nascondersi, di smetterla con il solito piagnisteo, di assumersi le proprie responsabilità, noi faremo la nostra parte per la città attraverso i parlamentari e i consiglieri regionali del nostro partito. Dica ai ternani – concludono i due consiglieri PD – la verità sul bilancio stabilmente riequilibrato, dica perché non riesce a spendere neanche i soldi freschi che il Governo Conte gli ha assegnato per i buoni alimentari. Ecco ci saremmo aspettati una lettera di scuse, non il solito nascondino. E a proposito delle metafore belliche che tanto piacciono al Sindaco, il quale prima ha parlato di città bombardata e ora di città in guerra, diciamo che Terni non ha bisogno di un generale – peraltro invisibile ai più – ma di un primo cittadino che abbia il coraggio delle proprie azioni”.