Un’idea che è piaciuta molto ai tifosi della Ternana, soprattutto a coloro che tifavano in rossoverde ai tempi del Viale Brin, della vecchia ” Pista”, quella della realizzazione di un murales all’esterno del muro della Curva sopraelevata del vecchio stadio che sorgeva proprio nelle adiacenze dell’Acciaieria.
Come noto, di quello stadio, purtroppo con una scelta che non ha tenuto conto del passato, della storia che racchiudeva quel complesso sportivo in cui oltre al calcio si sono registrate le gesta del grande olimpionico Perona e delle prime corse di Libero Liberati, resta solo la curva in cui era impressa la figura del cavallo dell’Api.
Per riportare a quei ricordi dei tifosi non più giovani e per tramandare quella passione ora c’è un murales raffigurante la tribuna del vecchio stadio con un uomo ed una domma con in braccio un bambino/a per ricordare che a quei tempi intere famiglie andavano allo stadio. E i non più giovani ricorderanno come da ragazzini si potesse entrare senza biglietto facendosi accompagnare da un adulto munito naturalmente del tagliando di ingresso. Una sorta di adozione, insomma, per 90 minuti.
Quella del murales è stata un’idea di Luca Eusebio, figlio di un ex giocatore della Primavera, Antonio,e la realizzazione è stata curata da Daniel Pisanu e dai ragazzi dell’Associazione ” Tempo Libero “. Un lavoro ben fatto, piacevole a vedersi e che solo a guardarlo riporta alla mente partite storiche, campionati vinti, personaggi amati dai ternani, e non solo, sia facenti parte delle squadre nel corso delle annate agonistiche che di personaggi che ruotavano intorno alla squadra come il mitico Natalino che era il custode dello stadio e ne curava il manto. Si fa per dire, naturalmente, perché l’erba c’era ad inizio di stagione, poi, prendeva il sopravvento quella terra di color nero perché il fondo era di pozzolana. Almeno così di diceva!
E passando di lì anche i giovani, forse, si incuriosiranno e chiederanno ai loro padri, ai loro nonni che cosa rappresenti e magari facendosi raccontare qualche aneddoto del passato. Si, perché quello è stato uno stadio che racchiudeva tante storie e solo immaginare gli spogliatoi, più che angusti, quel sottopassaggio che con le scale immetteva al campo con il rumore dei tacchetti che si udivano dalle tribune e dalle gradinate fa venire ancora i brividi. E poi quelle curve allestite con i tubi innocenti per aumentare la capienza che producevano un rumore infernale che spesso aiutava la squadra a superare le difficoltà. E quella tribuna coperta che dava un aspetto elegante al complesso sportivo.
Ci manca a noi di una certa età quello stadio ed ogni volta che passiamo di lì il cuore accelera il suo battito. Almeno a noi capita così. Ora, almeno, grazie a quel murales potremmo rispolverare il nostro album dei ricordi e, magari, tramandarli alle giovani generazioni.
Ascoltiamo l’intervista che abbiamo realizzato con l’ideatore e con colui che l’ha messa in atto insieme ai suoi ragazzi.