Analizzando i dati congiunturali delle imprese registrate al 30 giugno 2019 in Umbria, in base ai dati di Unioncamere Umbria, risultano 1.273 iscrizioni di nuove imprese con una variazione negativa dell’1,9% rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno (a livello nazionale la variazione è sempre negativa ma solo del -0,5%), variazione negativa comunque migliore di quello che era stato il -6,7% del dato del II trimestre 2018 sul II trimestre del 2017.
Iscrizioni che aumentano del 25,3% per le società di persone e del 3,3% per le imprese individuali, mentre
le società di capitale perdono il 13,6% e le altre forme il 61,9%.
A livello settoriale calano le iscrizioni per costruzioni ( -22,4%), altri settori (-29,9%), turismo (-4,7%) e
commercio (-4,6%). Buono l’aumento di iscrizioni nel manifatturiero con +21,7%, anche se superato dal
+25,6% dei servizi alle imprese ma ancora più da un +40% del trasporto e spedizioni.
Analizzando le iscrizioni per tipologia le femminili risultano calare del 13,9%, le giovanili dell’1,6% e le
straniere invece aumentano del 12,7%.
Aumentano i fallimenti 42 conto i 32 del giugno 2018 (+31,3%), così come i concordati (+25%), gli
scioglimenti e liquidazione (+12,5%),
Dall’analisi effettuata al giugno 2019 sui dati di bilancio, risulta che il valore della produzione delle imprese
compresenti nei bilanci degli ultimi tre anni (stesso insieme di bilanci nei tre anni 2018, 2017 e 2016) è di
4.987.165.243 in aumento rispetto al 2017 del 6,4%, di un punto inferiore all’aumento del 2017 sul 2016.
Il 46,2% del valore della produzione viene creato dal settore manifatturiero, seguono il commercio con il
27,6%, i servizi alle imprese con il 7,1% e le costruzioni con il 6,8%.
Infatti se si prendono in analisi i risultati economici ripartiti per i settori produttivi delle imprese classificate in
termini di valori assoluti, si constata che il settore del manifatturiero produce di per sé il 46,2% del valore
della produzione totale, seguito dal comparto commerciale che conta il 27,6% sul totale.
In termini di valore aggiunto è sempre il manifatturiero che incide maggiormente rispetto a tutti gli altri
settori, così come per il risultato ante imposte. Infine, anche sul risultato netto si conferma il miglior
comparto con un saldo che copre con il 66,9% sul risultato netto totale. I settori che chiudono con un
risultato netto negativo sono assicurazione e credito e altri settori (lo scorso anno era stato il settore del
turismo).
Le micro imprese, che ammontano al 78,5% del totale imprese compresenti negli ultimi tre anni, creano soltanto il 12,7% del valore della produzione con le grandi (solo l’1,3% delle imprese indagate) che arrivano invece al
42% del valore della produzione complessivo.
Su un totale di 1.468 imprese indagate, risulta in utile l’80,8% (1.186).