L’intervento del presidente della 3^ commissione consiliare, Leonardo Bordoni (Lega) sull’applicazione dell’imposta sulle insegne, approvata dalla stessa commissione venerdì scorso.
Merita di essere fatta chiarezza sulla delibera riguardante le affissioni commerciali, esaminata nella giornata di venerdì scorso dalla terza commissione. Si é infatti impropriamente parlato di aumento del 50% delle tariffe. Posso invece rassicurare i cittadini che non vi sarà alcun aumento rispetto a quanto pagato nel 2018. In realtà si è provveduto solamente ad eliminare una tassa illegittima che il Comune già incassava.
L’aumento del 50% della tariffazione per le affissioni di misura superiore al metro quadrato, così come l’aumento del 20% per quelle inferiori, sono in vigore per il Comune di Terni ininterrottamente dal 2005. Per gli ultimi anni anzi, e precisamente per gli anni dal 2013 al 2018, tali aumenti sono stati dichiarato illegittimi, ciò nonostante le precedenti amministrazioni hanno sempre provveduto a riscuotere la tariffazione maggiorata. Da domani non si pagherà più la maggiorazione del 20%, ma solo quella del 50% oggi ancora legittima e che comunque era già in vigore. Quindi di fatto non un aumento, ma una riduzione, tanto è vero che gli uffici dell’ente si attendono complessivamente un minore gettito delle entrate del Comune per questa voce di tributo. Ricordo poi che il Comune di Terni è in dissesto e l’aumento al massimo delle tariffe è purtroppo un obbligo di legge. Allo stesso tempo il Comune è obbligato a massimizzare le entrate. Non sarebbe pertanto giustificabile né contabilmente, né amministrativamente l’eliminazione della maggiorazione del 50%, che l’Ente ha da sempre applicato.
Ancora la portata innovativa della delibera è stata quella di razionalizzare la “zonizzazione”, ovvero l’elenco delle strade a tariffazione speciale. Detto elenco era ormai antiquato e meritava di essere rivisto. Non aveva senso ad esempio, che alcuni esercizi commerciali pagavano l’imposta maggiorata ed altri no, pur essendo ubicati in zone di Terni assolutamente paragonabili, semplicemente perché una di queste zona si era sviluppata in epoca successiva all’altra. In definitiva, siamo tutti dispiaciuti di non poter ridurre ancora di più la pressione fiscale che grava da sempre sulle nostre imprese, ma la responsabilità di questo va rintracciata nell’attuale condizione dell’Ente e di chi a questo ci ha condotto.
QUI LA NOTIZIA RIPORTATA DA TERNI IN RETE
https://terninrete.it/Notizie-di-Terni/insegne-in-arrivo-una-possibile-stangata-per-centinaia-di-aziende-507074
Sull’argomento il consigliere Michele Rossi (Terni Civica) ha affermato: “Innanzitutto diciamo che l’aumento (+50% per superfici superiori al 1mq – mentre è stato tolto il +20% per superfici al disotto del 1mq) è dovuto alla grave situazione di dissesto in cui si trova l’ente comunale. Nella dichiarazione (resa al Messaggero, n.d.r.) cito “Vico dei Priori” come esempio di via dove verrà applicato l’aumento… nell’articolo non si capisce bene… ho citato quella via (vicolo) solo da esempio.
Se il criterio di applicazione della tariffa speciale (maggiorazione del 50% per superfici superiori ad 1mq) sono le zone più frequentate, dove il messaggio pubblicitario e’ certamente più visibile da molte più persone (ha dunque senso per questo inserire vie di grande scorrimento veicolare), non si capisce perché applicarla in vie (vicoli) dove non ci passa nessuno.
Il fatto di trovarsi in centro non da sicurezza di avere maggiore frequentazione e dunque visibilità.