Quasi tutta l’Italia da lunedì dovrebbe diventare zona rossa. Di fatto, da lunedì dunque scatterebbe un lockdown quasi generalizzato in base al quale chiuderebbero di nuovo le scuole di ogni ordine e grado in didattica a distanza, bar, ristoranti e negozi , possibilità di uscire da casa solo per comprovate esigenze lavorative, motivi di salute o situazioni di necessità, nessuna possibilità di andare a trovare parenti e amici una volta al giorno.
A certificare il nuovo peggioramento della situazione in tutto il paese sono i dati del monitoraggio settimanale e il Consiglio dei ministri, convocato per la giornata di venerdì 12 marzo , darà il via libera alle nuove misure per l’ulteriore stretta, necessaria alla luce della crescita dei contagi dovuta alle varianti diffuse ormai in tutto il paese e responsabili di oltre la metà dei nuovi casi accertati.
I dati ufficiali si avranno solo dopo la riunione della cabina di regia e la validazione da parte del Comitato Tecnico Scientifico, ma la tendenza è già chiarissima tanto che diversi presidenti di Regione hanno annunciato loro stessi il passaggio in zona rossa. Prima però della firma del ministro della Salute Roberto Speranza sulle ordinanze che delineeranno la nuova mappa dei colori dell” Italia a partire da lunedì, il ministro per gli Affari Regionali Mariastella Gelmini, lo stesso Speranza e il CTS incontreranno le Regioni assieme ai rappresentanti di Comuni e Provincie: una riunione informale che servirà all” esecutivo per illustrare le misure che dovrebbero essere approvate dal Consiglio dei Ministri con un decreto legge.
Nel provvedimento entrerà il criterio in base al quale con un’incidenza settimanale di 250 casi ogni 100mila abitanti si entrerà automaticamente in zona rossa e la stretta per Pasqua come già è stato fatto a Natale, dunque tutta Italia in rosso dal venerdì santo al giorno di Pasquetta.
Speranza dovrebbe firmare le ordinanze dopo l’entrata in vigore del nuovo decreto legge e le misure scatteranno da lunedì: in zona rossa si andrà dunque con un Rt superiore a 1,25 nel valore inferiore o con un’incidenza di 250 casi ogni 100mila abitanti. Significa che oltre la Basilicata, la Campania e il Molise, già in zona rossa da una settimana, si aggiungeranno quasi sicuramente Piemonte (Rt a 1,41), Lombardia (Rt a 1,3), Emilia Romagna (incidenza oltre 400) , Friuli Venezia Giulia (Rt a 1,3) e Marche (incidenza sopra 250) e, con ogni probabilità, Lazio e Veneto, che hanno un Rt sopra 1,25 e uno scenario in netto peggioramento, Calabria, provincia di Trento e Bolzano, che hanno un’incidenza sopra i 300 casi.
Con dati al limite ci sarebbero invece Abruzzo e Toscana, che dovrebbero però rimanere in arancione assieme ad Umbria (RT 0,96) , Liguria, Puglia e Valle d’Aosta. In queste sei regioni rimarranno aperti gli esercizi commerciali mentre si potrà prendere il caffè al bar e mangiare a pranzo al ristorante solo in Sicilia e in Sardegna: la prima è l’unica regione che rimarrà in zona gialla mentre la Sardegna per la seconda settimana consecutiva sarà in zona bianca.