L’ideale ponte con il passato che si viene a creare tra i preziosi reperti custoditi negli spazi del Museo Archeologico di Terni e le opere di arte contemporanea riscuote sempre grandi apprezzamenti. Ed è accaduto anche in occasione della minima antologia di Karpüseeler dal titolo “Vivavoce” curata da Aldo Iori con il coordinamento di Franco Profili. Un’esposizione composta da una quindicina di opere che vanno dal 1978 al 2018 elaborate con un personale linguaggio estetico. Ne abbiamo parlato in occasione del vernissage e questo è il link
https://terninrete.it/Notizie-di-Terni/terni-al-museo-archeologico-la-mostra-di-karpüseeler-485600
A conclusione della mostra è stato presentato il relativo catalogo con i contributi del vicesindaco Andrea Giuli e di Franco Profili, i testi critici di Aldo Iori e Francesco Santaniello, immagini delle opere in mostra e apparati biobibliografici. Una preziosa pubblicazione di 72 pagine formato 30 x 23.
Al critico e storico d’arte Francesco Santaniello abbiamo chiesto di illustrarci l’opera concettuale di Karpüseeler.
“Propone un linguaggio particolare, ragiona sul lessico e sul formalismo adattato alla mente dell’uomo contemporaneo che è abituato al lessico informatico, ai codici alfanumerici, ai codici a barre. Karpüseeler, spiega il critico e storico d’arte, traduce questi alfabeti nelle sue opere. Un altro discorso è quello sul silenzio e sull’oralità. Karpüseeler arriva a lavorare con le superfici specchianti perché lo specchio è il simbolo di tutte le voci, nel senso che sullo specchio si riflette tutto il mondo. Di controparte ci sono le superfici opache che parlano di silenzio perché non riflettono. L’opera di Karpüseeler va indagata, va capita, bisogna pensare al messaggio che l’artista vuole trasmettere. Nei suoi ultimi lavori realizza dei puzzle che hanno colori sgargianti ma non creano nessuna figura. Noi siamo abituati a leggere la figura, invece dobbiamo leggere il processo, il modo in cui un l’artista ha operato e cercare di capire il perché. Oggi, rispetto al passato, il linguaggio è cambiato, oggi abbiamo un lessico completamente diverso e così l’arte. Ma l’arte parla alle nostre coscienze, parla al nostro intelletto e ci aiuta a far capire qualcosa di più del nostro mondo e del nostro modo di essere.”