A volte scontrarsi contro la burocrazia ottusa è una battaglia persa in partenza. Come quella che sta combattendo Gianluca, disabile grave che ha avuto il torto di acquistare una macchina dopo che l’agenzia dell’entrate lo aveva rassicurato che – in quanto disabile – fra le altre cose, non avrebbe pagato il Bollo Auto.
Senonché per una questione di certificati dell’INPS (non imputabili a Gianluca) Aci e Regione hanno ritenuto di fargli pagare i bolli auto. Ora, la situazione di Gianluca è veramente molto, molto problematica al punto che se sarà costretto a pagare i Bolli non potrà curarsi.
Naturalmente ci auguriamo che Gianluca riesca a vincere le sue battaglie!
LA STORIA LA RACCONTA LUI STESSO
IN ALLEGATO IL TESTO DELLA PEC INVIATA ALLA REGIONE DELL’UMBRIA PER CERCARE DI NON PAGARE I MIEI BOLLI DAL 2017 AL 2019 (dall’aprile 2019 la stessa auto è esente!). Trovo quanto stanno facendo ACI e Regione Umbria indegno, tanto più che da due anni (è scritto) sono senza lavoro. IN DATA 13 MARZO 2020 MI RISPONDE ACI DI TERNI A FIRMA —— CHE LI DEVO PAGARE. È UNA VERGOGNA.
In riferimento all’oggetto ed ai contatti telefonici avuti in data odierna, vorrei evidenziare che ho provveduto all’acquisto dell’auto con la targa di cui in oggetto (—–) dopo aver chiesto il parere all’Agenzia delle Entrate se potessi usufruire delle agevolazioni previste per chi come me, purtroppo, è disabile in situazione di gravità motoria e cioè: -IVA ridotta; -detrazioni IRPEF; -esenzione bollo; -esenzione IPT. La prima risposta dell’Agenzia in data Giugno 2017 è stata affermativa ed io che non avevo fretta di acquistare una macchina avendo, purtroppo, problemi di una malattia cronica della famiglia della Sclerosi Multipla da gestire decido di procedere all’acquisto della vettura con le agevolazioni di cui sopra a settembre 2017. A gennaio 2018 mi viene notificato dall’Agenzia delle Entrate un secondo parere rettificato del primo, su richiesta di opinione da parte della Regione Umbria con la quale, unitamente all’ACI, non erano riusciti ad applicare l’esenzione bollo per motivi, definiamoli, burocratici. Essendo impegnato nella lotta alla malattia, con altre problematiche di salute insorte e recidive, delego la risposta all’Avvocato Marucci, segnalando più o meno quanto sopra. La risposta alla pec dell’Avvocato Marucci è stato l’interpello n. 912-23/2018 in cui – cito le parti più di interesse – alla pagina 4 di 5 si dice che: “Ove il contribuente abbia già posto in essere il comportamento prospettato nell’istanza o intrapreso iniziative finalizzate in modo non equivoco all’attuazione dello stesso, uniformandosi alla soluzione interpretativa comunicata nulla può essergli contestato: eventuali atti amministrativi, emanati in difformità della prima risposta ovvero sulla interpretazione sulla quale si è formato il silenzio assenso sono nulli. Pertanto gli effetti della risposta rettificativa si riverberano esclusivamente sui comportamenti successivi alla notifica della predetta risposta”. Nello stesso interpello n. 912-23/2018 si dice anche (pag. 5 di 5): “A tale ultimo proposito, tuttavia, si ritiene opportuno evidenziare che resta salva la possibilità per l’istante di rivolgersi alla Commissione medica per ottenere una certificazione integrativa che attesti, espressamente, la sussistenza del requisito sanitario per usufruire delle agevolazioni fiscali in argomento”. Una volta ottenuto il nuovo certificato questo è stato notificato dallo scrivente per mezzo pec dell’Avv. Marucci. Ora invece mi ritrovo con un ruolo per il bollo 2017 ed un avviso bonario per il bollo 2018. Io sono convinto che giuridicamente ciò cozzi con quanto scrittomi, che se si andasse in aula di tribunale avrei ragione, se scrivo ai media (giornali locali, tv, ecc.) gli uffici pubblici coinvolti sarebbero derisi da tutti ma, detto ciò, non voglio questo perché ho problemi di salute cronici che si aggravano ed a cui se ne aggiungono di nuovi (vedi asportazione massa tumorale al rene dx) ed a cui, purtroppo si è aggiunta la perdita del lavoro per motivi di salute ed attualmente sto vivendo con l’assegno Ordinario di Invalidità per cui se mangio non mi curo e viceversa, oltre ad una vita relazionale assente: a questa situazione non voglio aggiungere un altro pensiero. Non mi ritengo colpevole di ciò, in quanto ho operato in buona fede e previo parere dell’Agenzia delle Entrate e non in modo doloso, poi se all’INPS non mi hanno fatto l’integrazione ma un certificato nuovo, perché così operano hanno detto, io che colpe ho? Non ho il potere di fargli fare ciò che voglio. Poi, infine, un nuovo certificato è sempre una integrazione del precedente, no? (considerate che io sono invalido dalla nascita per una malformazione cardiaca ma non ho cercato sussidio con il certificato di invalidità del 1985, ma lavoro! Ed ora questo non c’è più, non certo per colpa mia, come se sono stato colpito dalla Mielite Trasversa e dalla Discite nel 2006 con ricovero dal Gennaio 2006 al Settembre 2007, facendo dal Maggio 2006 al Settembre 2007 tre chemio antibiotici al giorno, anche perché all’ospedale di Terni non avevano capito il problema e due mesi si sono persi con danni irreparabili (l’infezione si è mangiata la mielina, che non si riforma). Sono andato a mie spese a farmi visitare a Como, dove lavorava mio cugino. Ma anche lì non ho speculato per guadagnare sull’errore di una persona, ma ho pensato a curarmi ed al diavolo la speculazione. Nemmeno ora ho sbagliato ma le istituzioni che lo hanno fatto (permettetemi questa affermazione) si accaniscono: LO TROVO INGIUSTO! Vi prego, pertanto, fare appello alla vostra umanità ed alla necessità che le istituzioni siano vicine al cittadino, in questo caso particolare, perché considerate che io con 400 euro circa ci pago quasi un ciclo di terapia (non mi bastano, sia chiaro), il che significa che se pago i due bolli per un errore non mio, un anno non faccio terapia. Lo trovo ingiusto ed indegno.
NON PENSATE CHE HO GIA’ PAGATO PIU’ DI QUANTO DOVEVO?
Vi prego pertanto di annullare l’emissione del ruolo n. 2019/002416 e dell’avviso bonario n. 844008853703, in modo di consentirmi di fare le terapie, necessarie per permettermi un minimo di movimento ed in subordine vi chiedo di annullare il ruolo del bollo 2017 (credo rientri appieno in quanto riportato nell’interpello 912-23/2018 alla pagina 4 di 5) e farmi pagare i sei mesi del bollo 2018 visto che dall’Aprile 2019 sono esentato (non l’anno intero). Vorrei certo portarvi alla luce delle cronache nazionali e locali per la vostra umanità e lo farò nel caso in cui la mia richiesta sia accolta, credetemi.