Attraverso una ricerca intima, condivisa con il curatore Franco Profili, la pittrice Donatella Tomassoni ha elaborato un raffinato lavoro di decostruzione dell’immagine che si spinge fino alle soglie dell’informale, abbandonando i colori a lei tanto cari per servirsi solo del bianco e nero. I segni impressi sulla tela, quasi intesi come gesti primordiali, paiono rappresentazioni di panorami più interiori che reali. Memorie personali in un racconto poetico lasciato alla libera interpretazione.
Il nuovo percorso estetico di Donatella Tomassoni fa bella mostra di se al Museo di Palazzo Eroli.
“Tutta la vita ho aspettato” è il titolo della mostra che Franco Profili ha curato passo passo.
“È una mostra nata, cresciuta, elaborata, spiega Franco Profili, in due anni di percorso che non è il solito. Funziona alla grande in questo spazio, alcune opere sembrano addirittura create per il posto in cui le abbiamo messe. Questo per dire che spesso, quando si lavora bene, anche gli imprevisti, le improvvisazioni funzionano. Questo è l’atto finale di un percorso iniziato a ottobre 2019 – durante il periodo covid – e siamo arrivati fin qui attraverso una serie di scambi, la maggior parte in lontananza perché non ci si poteva vedere. Quindi tramite messaggi con Donatella che io avevo voluto conoscere perché mi aveva incuriosito per come lavorava. Qualcuno ha detto non la riconosco, però in realtà è lei. Se vedete bene l’uso del bianco nero, della spatola è il suo. È diventata completamente un’altra Donatella e questo in seguito ad un lavoro bello, felice, affettuoso che abbiamo fatto in tutto questo tempo in cui ci siamo ci siamo sentiti in lontananza. Poi è finito l’isolamento e sono potuto andare a vedere dal vivo quello che aveva fatto in questi mesi. Ho scoperto che il lavoro era solamente strepitoso. Sono assolutamente soddisfatto, ancora più di quello che pensavo, dell’allestimento della mostra. Quello che differenzia il catalogo rispetto alle cose normalmente fatte è questo lungo contributo scritto in cui è riportato alla virgola, senza nascondere nulla, lo scambio di idee e di pensieri e anche gli effetti che abbiamo voluto con Donatella. La parte scritta è diventata anche un fattore che spiega e dà valore a quello che vedete in pittura”.
“Ho iniziato a tirare fuori quello che stavo tramando da molto tempo, ha spiegato Donatella Tomassoni, ma che non riuscivo, non prendevo il tempo di focalizzare e di ascoltare. Non ascoltavo perché c’è sempre molto da fare e seguivo le mie vecchie cose. Poi quando Franco mi ha detto devi lavorare su questo ho capito che dovevo ascoltare la vocina che mi parlava. L’ho ascoltata, mi sono focalizzata su questo e ci ho preso gusto. Mi sono divertita come una matta e sono andata avanti per mesi. Poi l’isolamento è finito, è tornata la vita normale e questi lavori sono rimasti li. Fremevo perché dovevo tirarli fori e non arrivava mai il momento di farlo. Questo è il momento, ci sono arrivata ed è molto emozionante.”
Soddisfatto per la riuscita dell’evento anche Bruno Blanco di Archeoares, società di servizi nel settore della cultura e gestore del Museo Eroli.
“Siamo sempre sempre molto propensi a ospitare mostre soprattutto di questo spessore. Non ne faccio mistero, nell’arco di quest’anno la mostra di Donatella Tomassoni, senza nulla togliere alle precedenti, è personalmente quella che ho apprezzato di più. L’ho vista in allestimento, in itinere ed ero già convintissimo perché Donatella è fortissima e Franco altrettanto. È stato un piacere collaborare perché poi con Franco qualunque cosa si faccia insieme, si progetti insieme risulta sempre molto bene.”
La mostra di Donatella Tomassoni “Tutta la vita ho aspettato” allestita al Museo Eroli di Narni è visitabile fino a domenica 19 giugno dalle ore 10 alle 19.