Una grande manifestazione quella di Orvieto: la celebrazione del Corpus Domini, del miracolo, cioè, che si è verificato nel Duecento, a Bolsena, è stata partecipata, senza sbavature, piena di fede e di amore per il “Sacro corporale”, che è stato portato in processione. Quest’anno è stato il cardinale Oswald Gracias a presiedere la celebrazione eucaristica in Duomo, utilizzando “Il Giglio d’Oro” tornato dall’India dopo 55 anni, dopo che Paolo VI l’aveva donato alla diocesi di Mumbai, presieduta proprio dal card. Oswald Gracias. Ma c’era anche una delegazione della parrocchia di San Giovenale di Narni che andava a rendere omaggio alla sua “consorella” orvietana, una delle quattro che si trovano nel centro storico. E poi per i narnesi poteva anche essere un avvicinamento a quella che potrà essere la basilica della diocesi dopo un accorpamento di Terni con Orvieto, Narni e Todi, così come ha indicato Papa Francesco. In una diocesi del genere, la cattedrale non potrà che essere quella del Duomo di Orvieto.
Per ritornare alla manifestazione di questa mattina la cattedrale aveva aperto le porte alle 6,00 per ospitare i partecipanti alla 23^ edizione della “Marcia della Fede. Alle 10,00 infine il grande Corteo Storico, che si è svolto sotto un sole impietoso, che ha messo a dura prova la resistenza dei 400 costumanti e delle migliaia di partecipanti e spettatori alla processione. Il corteo è terminato intorno alle re 13,00 quando il termometro aveva superato abbondantemente l’asticella dei 30 gradi.
Nella foto sacerdoti neo zelandesi stremati dal caldo si riposano su una panchina davanti al Duomo di Orvieto.