Di Chiara Furiani
Mica facile abitare il confine.
Mollare gli ormeggi, navigare per terre incognite.
Ma qualcuno ci prova, per fortuna, e ci riesce pure bene.
Su un difficile, quanto scomodo crinale i Baustelle ci vivono da sempre.
Capaci come sono di essere smaccatamente pop e italianamente melodici, con quelle che a volte sembrano “canzonette” come tante altre.
In buona parte orecchiabili, certo, però solo apparentemente inoffensive.
Già, perché i Baustelle non potrebbero essere più lontani dal “trito e ritrito”, e la loro esplorazione musicale ha tratti davvero unici nel panorama nostrano.
Fonde abilmente un apparato proprio del rock con riferimenti alti, al pop più sofisticato degli anni ’60 – nota è l’ammirazione di Federico Bianconi, frontman della band toscana, per Burt Bacharach.
E se un certo richiamo alle sonorità vintage oggi va di moda, di certo quando i Baustelle hanno mosso i primi passi nell’ormai lontano 1996 quel loro sound così anacronistico, unito a testi spesso tutt’altro che rassicuranti, era un vero unicum.
Coraggioso certamente, ma nonostante tutto capace di ritagliarsi uno spazio importante che nel tempo ha preso una forma sempre più consolidata.
A Carsulae Bianconi e compagni hanno portato la loro ultima fatica “Elvis”, ma hanno regalato anche le loro hit più note ad un pubblico di affezionati.
“Qui pare di essere all’Isola di Wight”: giustamente magnificato dalla band lo splendido setting, una location unica che davvero si meriterebbe di ospitare un festival vero e proprio.
A Trevi Suoni Controvento ha portato la star forse più attesa dell’intero cartellone, quella Lady Blackbird celebrata come la voce black più cool sulla piazza.
Con uno pseudonimo mutuato da un famoso cavallo di battaglia di Nina Simone, la giovane cantante americana ha aperto la sua esibizione proprio con una intensissima e personale versione di quel brano.
Dilatata e rarefatta nell’accompagnamento, dominata dalle aperture di una vocalità lacerante, con una presentazione simile Marley Siti Munroe – questo il vero nome della cantante – mette subito le cose in chiaro.
Come Nina Simone, anche stavolta abbiamo a che fare con un personaggio difficilmente collocabile, che si muove tra i generi senza per ora privilegiarne alcuno, bensì gravita tra jazz, soul, funky, pop e a tratti persino gospel.
La ricerca è interessante, l’impatto è importante, anche se c’è qua e là qualche caduta di stile non giova alla sintesi e la rinuncia ai confini vira verso l’indefinitezza.
Opinabile soprattutto l’omaggio a Tina Turner a fine concerto con una “Proud Mary” in una versione davvero troppo prevedibile per una delle cover più eseguite della storia del rock.
Suoni Controvento non si ferma e torna nella nostra provincia.
Stasera a Stroncone ingresso gratuito per l’ottimo trio jazz capitanato dal pianista Giovanni Ceccarelli e dalla cantante Michela Lombardi.
Poi il 2 settembre a San Gemini sarà la volta di Alice, che col suo “Eri con me” renderà omaggio al repertorio di Franco Battiato.
La bravissima cantante sarà accompagnata al pianoforte da Carlo Guaitoli, già fedele collaboratore del cantautore siciliano, ma noto ai ternani anche come direttore artistico del Concorso Pianistico “A. Casagrande” e come insegnante del nostro conservatorio.
Il 3 settembre sarà invece Stifone ad ospitare la giovanissima ma ormai lanciatissima Frida Bollani Magoni.
La pianista-cantante ha ormai un suo fedele pubblico, autonomo rispetto a quello dei suoi illustri genitori, e di certo anche la data fissata da noi richiamerà una bella fetta di ascoltatori.