E’ stato presentato al recente del festival cinematografico di Venezia il film di Paul Greengrass, “22 luglio” che ripercorre i tragici fatti di Utoya, in Norvegia, dove nel 2011 un pazzo esaltato neonazista, Anders Breivik, fece fuoco, uccidendo 69 ragazzi del Partito Socialista, che sull’isola, stavano partecipando a un campus organizzato dal partito. In precedenza, Breivik, aveva fatto esplodere una bomba nel centro di Oslo, nei pressi della sede del governo.
Breivik è stato condannato a soli 21 anni di carcere, pena massima vigente in Norvegia. Qualora fosse ritenuto ancora pericoloso la pena verrebbe allungata.
Ai fatti di Utoya e alla mancata reazione che essi hanno suscitato nei giovani democratici italiani ha dedicato alcune riflessioni, Alberto Pileri, di Libertà Eguale.
Sette anni fa, il 22 luglio 2011, la Norvegia fu sconvolta da due attacchi terroristici di inaudita violenza e ferocia. Obiettivi, il Governo Laburista Norvegese e l’Organizzazione Giovanile del Partito Laburista. Ad Oslo venne fatta esplodere un’auto-bomba dinanzi l’ufficio del primo ministro norvegese: 8 morti e 209 feriti. Ad Utoya 69 giovani laburisti furono sterminati a colpi di fucili mitragliatori e pistole, 110 i feriti . In tutto la furia omicida fece 77 vittime e 319 feriti. Una strage con una chiara matrice politica. Ad ideare, organizzare e condurre gli attentati, l’atto più cruento avvenuto in Norvegia dalla fine della seconda guerra mondiale, un esponente dell’estrema destra norvegese. L’attentatore si proclamò in tribunale, e continua a proclamarsi dal carcere dove sta scontando la condanna, un sostenitore del nazismo, un anti- multiculturalista, un antimarxista, un antisionista, un anti islamico e fondamentalista cristiano. Nel suo “memoriale 2083” , di 1516 pagine redatto in inglese, stilato in 3 anni , sono riassunti i suoi pensieri deliranti sui paesi e le nazioni europee ed occidentali, in una visione nichilistica e catastrofistica delle prospettive dell’Europa. Un’Europa concepita come bunker, come fortezza chiusa al mondo, ariana , scevra da contaminazioni, come il bunker in cui nell’aprile del ’45, nella Berlino distrutta, il capo del nazismo ed altri gerarchi si tolsero la vita.
I Partiti Socialisti e Liberali Europei, i partiti democratici, come il PD in Italia, I Movimenti e le Forze Politiche saliti prepotentemente alla ribalta della scena fra gli anni 2013-2018, come Tsipras in Grecia, Podemos e Ciudadanos in Spagna, ma anche i partiti moderati e conservatori aderenti al PPE, hanno sottovalutato la carica e la portata simbolica delle stragi norvegesi.
Utoya ed Oslo anticipano, in forma ossessiva e violenta, le inclinazioni e le pieghe nazionalistiche, populistiche e sovraniste che si sono manifestate ed affermate in molti paesi europei , dalla Polonia all’Ungheria, dall’Austria alla Repubblica Ceca, dai Paesi Baltici fino alla nostra Italia, oggi governata , dopo le elezioni dello scorso 4 marzo, da una alleanza M5S e Lega. Processi alimentati da un lato dallo sconquasso economico-sociale provocato dalla lunga crisi iniziata nel 2007 e dall’altro dall’infiacchimento ed indebolimento dello spirito e del processo di unificazione europea. Non possono essere sottaciuti e sottovalutati i legami, i riferimenti ed i rimandi alle subculture politiche cui si ispirano. Le alleanze cui danno luogo , anche in Italia, con le forze che si richiamano alla destra di ispirazione neofascista. Questa vicinanza e contiguità di rapporto viene apertamente e spavaldamente rivendicata.
In Italia i giovani democratici , i giovani di altre forze progressiste e di quelle che propugnano l’alternativa ed il cambiamento ad ogni piè sospinto, non hanno mostrato la necessaria e sufficiente attenzione alla portata del messaggio delle stragi di Norvegia. Non ci sono state, che ricordi, iniziative, manifestazioni, forum , veglie, cortei, convegni per ricordare quei fatti. PERCHE’ questa indifferenza?
E’ come se per quelli della mia generazione, che si sono avvicinati alla politica fra la fine degli anni ’60 ed i primi anni ’70 del secolo scorso, le battaglie internazionaliste per condannare l’invasione della Cecoslovacchia da parte delle truppe dal Patto di Varsavia ( di cui ricorre il 50° anniversario ), per l’affermazione della democrazia in Grecia, in Portogallo, in Spagna, governate ancora a metà degli anni ’70 da regimi militari, dittatoriali e della destra reazionaria, la solidarietà per il Cile del Governo Socialista guidato da Salvador Allende, caduto ed assassinato per mano dei militari golpisti, e la fine della guerra in Vietnam , non avessero contato nulla! Perbacco se hanno contato. E quanto hanno contato per la formazione delle generazioni successive. Nessuna nostalgia del passato. Ma la politica senza ideali, passioni, tensione culturale e morale, senza battaglia culturale a viso aperto, solo fatta di amministrazione e gestione dell’esistente, tutta chiusa, che si consuma fra selfie e scorribande sui social-network, che non vive di carne, sangue e cervello, che si affida ai guru della comunicazione e dell’informazione, i signori e la casta degli intoccabili , è destinata a soccombere e ad essere manipolata e travolta. E allora che fare? Da dove ripartire? Dinanzi a problemi complessi e nuovi, occorre ricercare risposte e soluzioni nuove, adeguate alla bisogna. Perché se “un treno mi viene addosso così com’ero restar non posso” ( Vinicio Capossela ).
A me piace immaginare che in Italia e a Terni, i giovani del PD, i giovani che hanno dato vita all’esperienza originale ed interessante di Terni Valley, i giovani che partecipano alle associazioni del volontariato, trovassero la forza, lo spunto, per promuovere un momento di raccoglimento, di riflessione, di approfondimento e di studio, da dedicare ai fatti e ai martiri di UTOYA. Per capire dove va oggi l’Europa, qual è la prospettiva e la sfida che hanno ed abbiamo davanti per costruire un Continente Unito nella Pace, di tolleranza, di Democrazia, per l’affermazione dei diritti civili, sociali ed universali della persona, e per una società aperta e più giusta.
Nella primavera del 2019 si voterà per il rinnovo del Parlamento Europeo. L’alleanza fra rifomisti, democratici, liberali, progressisti, laburisti, forze radicali di ispirazione sociale a difesa dei lavoratori, dei ceti più deboli, in una chiara visione di Europa unita, che avanzi verso gli STATI UNITI D’EUROPA, per politiche di coesione sociale, di sviluppo e di crescita a scala continentale, per una Europa dei Diritti e della Giustizia, è la condizione necessaria per battere il disegno di una Europa chiusa, blindata, ripiegata e ricattata da egoismi nazionali, subalterna da un lato alla Russia di Puntin, e sotto pressione dall’altro dagli USA dell’amministrazione Trump, delle guerre commerciali, foriere di ben altre guerre. La difesa degli interessi nazionali, del pluralismo culturale delle nazioni e dei cittadini europei può essere perseguita non dalla demagogica e strumentale contrapposizione fra singole Nazioni e l’Europa, ma nel quadro di una collaborazione, cooperazione ed integrazione europea. Di un’Europa che con una sola voce e politica affronti le relazioni con i paesi del continente Africa e del Medio Oriente per gestire e governare , in un quadro di sicurezza e pace, i grandi processi di immigrazione e le grandi questioni dello sviluppo e dell’ambiente.
Ai giovani europei può tornare utile l’insegnamento e la lezione di Dietrich Bonhoeffer, Teologo luterano tedesco, ucciso dai nazisti a Flossenburg il 9 aprile del ’45. Nel febbraio del ’33, nel suo ultimo discorso radiofonico alla Berliner Funkstudne, interrotto bruscamente dai nazisti, Bonhoeffer si soffermò sulle trasformazioni del concetto di Capo, Fuhrer , nelle giovani generazioni, sviluppando questo ragionamento: “ Se il capo permette al seguace che questi faccia di lui il suo idolo, allora la figura del capo, il fuhrer , si trasforma in quella di corruttore. Il capo e la funzione che divinizzano sé stessi scherniscono IDDIO”. Il neopaganesimo della società tecnologica liquida e dello spettacolo irriverente ed onnipresente, dei bulli, dei capi e capetti, dei capitani da talk show in servizio permanente effettivo, è alla radice del processo corruttivo che sta uccidendo la nostra democrazia liberare. Occorre trovare il Vaccino!