Sulla tragedia che ha colpito Gianluca e Flavio e le loro famiglie è intervenuto il vescovo di Terni, Mons. Giuseppe Piemontese.
“E’ tanta la superficialità con cui, noi adulti, cattivi maestri, trattiamo materie che affidiamo a fragili mani in nome della libertà – commenta Mons. Piemontese – il cui esito spesso inesorabilmente porta al baratro.”
L’INTERVENTO DEL VESCOVO DI TERNI
“Gianluca e Flavio, due ragazzi adolescenti, 15 e 16 anni, dei nostri rioni, della nostra città, trovati morti nel proprio letto nella stessa mattinata. Non osiamo immaginare il dolore di genitori e familiari. A loro ci stringiamo in una solidale compassione per la perdita prematura di questi che sono figli loro e anche nostri.
Ognuno esprime conforto secondo la propria sensibilità. La Chiesa cattolica, pur avvertendo il peso insostenibile della morte di due ragazzi, sull’esempio di Gesù che si unisce al pianto e al conforto della madre vedova e di Giairo, osa ribadire che la morte non avrà l’ultima parola.
E tuttavia nel bisbigliare dei capannelli di amici e curiosi si stigmatizza l’assurdità di queste giovani morti e la solitudine esistenziale di chi ha ancora bisogno di protezione, sostegno e accompagnamento educativo verso la vita. Tante sono le chimere e gli agguati sottovalutati, dagli esiti pericolosi e a volte ahimè tragici.
E’ tanta la superficialità con cui, noi adulti, cattivi maestri, trattiamo materie che affidiamo a fragili mani in nome della libertà, il cui esito spesso inesorabilmente porta al baratro.
Molte volte abbiamo lamentato l’insufficienza di attenzione educativa e sociale verso le giovani generazioni; ancora più frequentemente siamo stati derisi come retrogradi quando abbiamo stigmatizzato proposte legislative e sociali, che sottovalutano i rischi connessi a “ragazzate”, a “modiche dosi”, ad “usi personali”, che col tempo portano a tragedie collettive.
Confortiamo le mamme e i papà in lutto e per loro invochiamo la carezza di Maria Santissima Addolorata, madre di un figlio morto innocente, maestro e artefice di conforto e consolazione.
Fissando i volti spenti di Gianluca e Flavio, accresciamo in noi la compassione e l’amore per la vita.
Tutti noi vogliamo lasciarci coinvolgere dalla responsabilità verso le giovani generazioni, ciascuno secondo la propria missione, affinché tali tragedie non si ripetano mai più”.