La pittrice ternana Lauretta Barcaroli presenterà le sue opere nei locali de I Bassi di Palazzo Ducezio a Noto, nell’ambito della VII edizione Effetto Noto 2010-2017.
“Gea#cantiepreghiere” il titolo della mostra, a cura di Vincenzo Medica con presentazione critica di Michele Romano docente all’Accademia di Belle Arti di Catania, che propone composizioni informali polimateriche prevalentemente monocromatiche. Si tratta di opere dall’esacerbata strutturazione, di vigorosa incisività con simboli e rimandi in una ricercata resa spaziale. La rigorosa unità strutturale si sublima in profonde suggestioni, poetiche evocazioni, valori universalmente condivisi.
Scrive Michele Romano dell’Accademia di Belle Arti di Catania: “Le sagome polimateriche dell’artista Lauretta Barcaroli rievocano metope del contemporaneo, quel senso della narrazione visiva che nella pura astrazione rielabora il valore della ri/costruzione materica della forma. Nei suoi pannelli di tela e cromia, l’artista supera la pura emozione della materia e invita l’osservatore a rileggere il fare artistico come un lavoro in itinere che richiama ataviche narrazioni del nostro patrimonio iconografico. L’apparente astrazione nella sua produzione artistica induce a rivedere la fase dell’Arte Materica come un inizio fondante, con la predominanza di “materiali naturali o tele incollate o attaccate al supporto”, ma le sue iniziali Derive, nella loro ancestrale circolarità, ci conducono a delle sinestesie indirette, matericità che si dissolvono nella diafana visione di velari che trasmutano la fisicità dell’essere nella intima essenzialità dell’introspezione umana. I pannelli o fregi narrativi della Barcaroli si narrano come frammenti di un passato recente, cortei astratti di metamorfosi antropomorfe, quasi mesopotamiche ed elleniche. L’artista trasforma la materia, da aulico lapislazzulo a tecniche miste, dal marmo pentelico a colle astratte, forse è il vero principio pluridisciplinare della sua contemporaneità. I lavori su carta della Barcaroli sono segni, tracce e orditi di una materia che rivela trame di vita, di vissuti apparenti, un senso del contemporaneo che attraverso la materia e la téchne, dal greco τέχνη, arte nel senso di perizia, saper fare e saper operare, si risveglia nella poliedrica e prolifera azione della nostra artista, una linea di narrazione epica dove il senso del creare, manipolare e agire è il segno tangibile e visivo, ma soprattutto il fil rouge di una visione micro e macro dell’universo umano”.
La mostra “Gea#cantiepreghiere” sarà visitabile fino al primo ottobre.