Moltissimi sono i modi per raccontare la malattia, ed ognuno di essi tenta di trovare delle risposte plausibili a dei drammi che, da un giorno all’altro, mutano, con la prepotenza del fato, la nostra vita. Ed ognuno di questi modi, tende a trasformare un intimo dolore in dolore condiviso.
Infatti, la motivazione di questa scelta è spesso, quello di “offrire”, con sincerità e altruismo, un “aiuto e un incoraggiamento a tutti coloro che scoprono di non essere i soli ad aver conosciuto tali esperienze”.
Parole, queste ultime, di Marco Vescarelli che nel suo libro, “Il sapore del ricordo. Lea la mamma più”(Intermedia Edizioni) , racconta con estrema lucidità e commozione un evento tragico occorso alla madre, Lea Giocondi (1944-2016), a invalidarne una parte dell’esistenza che all’epoca dei fatti certo non si poteva immaginare come terminale. Così, allo stesso modo cioè di moltissimi altri giornalisti, scrittori, registi e sceneggiatori, Vescarelli ha immaginato possibile inserire il racconto d’una malattia familiare in quel filone della narrativa terapeutica in cui, purtroppo (per usare le sue stesse parole) “nomi, personaggi, luoghi e avvenimenti non sono frutto dell’immaginazione e non sono usati in maniera fittizia”.
Manifesta è, pertanto, l’intenzione di partecipare con gli altri (amici, parenti, conoscenti e lettori) ciò che in altri tempi non sarebbe stato possibile, anche per la stessa Lea, per la quale, scrive Luisa Vescarelli, la figlia, nella prefazione al libro, un “forte senso del pudore, oltre che una educazione vecchio stampo” avrebbe considerato la “manifestazione delle emozioni più profonde” un vero e proprio “tabù”. Ma, per l’appunto, le sensibilità mutano al mutare del tempo, così, nel leggere queste pagine, non bisogna dimenticare che ascoltare la voce del figlio, significa avere la possibilità di immunizzarci contro la devastante tendenza alla condivisione ludica che anestetizza i nostri cuori e le nostre menti. E tutto ciò, “nel ricordo di mamma e di tutte le persone che, come lei, vivono morte e muoiono vivendo”.
Questa che avete appena letto è la nota editoriale di Isabella Gambini – Intermedia Edizioni – di presentazione del libro di Marco Vescarelli, “Il sapore del ricordo, Lea la mamma Più”.
Il racconto narra le vicende di Marco e della sua famiglia, che dal 31 dicembre 2009 hanno visto aprirsi dinanzi a loro il
baratro in seguito all’improvvisa caduta in coma della madre Lea per la rottura di un aneurisma cerebrale.
Sei anni in cui il marito Clemente, i figli Luisa e, appunto, Marco, la curano la amano e la proteggono.
Marco racconta sua madre, le sofferenze, le speranze, le emozioni e le inattese bellezze che è costretto a scoprire giorno dopo giorno.
Il libro , insieme ad altri scritti di autori editi da case editrici umbre, è stato in mostra allo stand della Regione Umbria al XXIX Salone internazionale del libro di Torino, chiusosi lunedì scorso. Verrà presentato
il prossimo 7 giugno presso il caffè letterario della BcT, alle ore 17.